Un anno da dimenticare, buttarsi alle spalle e ripartire. Marco Capuano fatica come i compagni, ma non vede l'ora di ricominciare col Cagliari.

Ad Aritzo la sua prima volta da 70 minuti, quasi una liberazione. E pazienza se per ricominciare, Capuano dovrà spostarsi sulla fascia. "Ora per me la cosa più importante è giocare".

Un'estate di lavoro, dopo l'operazione a una caviglia che lo ha tormentato per tutta la passata stagione: "Mi sono fatto male contro la Spal, in Coppa Italia". Un tormento infinito. Capuano ha stretto i denti, ma poi ha alzato bandiera bianca: "Sto lavorando bene, mi manca poco per essere al cento per cento. E ho voglia di dimostrare il mio vero valore, come mai da quando sono a Cagliari. Spero questo sia l'anno giusto".

Un calvario ormai dimenticato: "Ho staccato solo una settimana, tra la riabilitazione e il ritiro. Ma non è stato un problema e ora sono quasi pronto. I 70 minuti contro la Primavera mi hanno reso felice".

L'anno più importante: "In quelli precedenti c'è sempre stato qualche problema. Il primo anno ho giocato qualche partita e siamo retrocessi. In B giocavo tanto, ma mi sono rotto il tendine. Altrimenti avrei giocato molto di più. Infine, lo scorso campionato mi ha condizionato la caviglia, l'arto più importante per un giocatore".

Capuano vuole giocare, non importa dove: "Voglio dimostrare di poter giocare in Serie A. L'importante è star bene. Io nelle giovanili giocavo terzino, poi Zeman mi ha spostato al centro ed è il ruolo che mi si addice di più. Ma sono pronto per giocare ovunque e non mi sento un adattato".
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