Sulla soglia degli 80 anni, che compirà il 24 luglio, José Altafini racconta con amarezza che deve lavorare per vivere.

L'ex attaccante di Milan, Napoli e Juventus ammette in un'intervista al Corriere di vivere con 700 euro al mese: "Ho solo la pensione sociale, quella da ex calciatore non riuscii a farla: ho versato appena tre anni di contributi, e quando sono andato a chiedere il riscatto volevano 70 milioni di lire di arretrati".

Ironizza il brasiliano: "Diciamo che sono tornato alle origini, ma ora almeno le scarpe ce le ho".

Così, per sbarcare il lunario, quella che è stata anche un'importante voce del commento tecnico durante le partite su Sky, vende campi in erba sintetica: "È il futuro, altro che il fango in cui giocavo io".

Ma l'azienda non è sua: "Magari lo fosse, aiuto, trovo clienti, promuovo, sono come un testimonial".

Un po' di orgoglio quando ricorda di essere stato lui a inventare termini come "golasso" o "manuale del calcio". Perché ha lasciato Sky? "Arrivarono dei personaggi che mi facevano la guerra per prendere il mio posto e io ho salutato tutti. In Italia a volte premiano la raccomandazione più della competenza, mettono giovani che urlano senza fantasia. Io quando li sento abbasso il volume".

E sulla soglia degli 80 anni per Altafini è arrivato anche il momento di svelare alcuni retroscena: "Prima degli esami antidoping le squadre davano le pastigliette. Roba leggera, tipo quelle per restare svegli e aumentare le prestazioni, era come prendere 5 o 6 caffè".

Poi rivela: "Con uno come Conte ad allenarmi, io scapperei". Da calciatore il brasiliano non amava le pressioni eccessive: "Non mi sono mai piaciuti quelli che ti stanno con il fiato sul collo". Tipo Conte, appunto...

(Unioneonline/L)
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