I nodi prima o poi vengono al pettine ed è successo ciò che tutti sapevano e temevano: l'inizio dei lavori al PalaSerradimigni di Sassari (nei prossimi giorni) ha già causato lo sfratto di decine di società sportive che lo utilizzavano. Quasi 700 atleti di varie discipline non sapranno né dove allenarsi né dove disputare le esibizioni ufficiali.

Lotta, ginnastica, judo, boxe, società di basket ed altri sport, anche amatoriali, sono senza casa. La situazione degli impianti sportivi di Sassari è già al collasso e pertanto la nuova problematica appare di difficile soluzione.

I lavori di ampliamento del PalaSerradimigni dureranno due anni e le nuove tribune ospiteranno 6500 spettatori, rispetto ai quasi 4500 attuali. Nel frattempo l'unica società che potrà utilizzarlo è la Dinamo Basket, fiore all'occhiello dello sport sardo e grande realtà cestistica italiana.

Ma convivere con un cantiere aperto sarà un problema anche per la squadra del presidente Stefano Sardara, alla quale la Giunta di Sassari ha affidato la concessione di utilizzo esclusiva, dopo la recente scadenza del contratto con la Athlon.

Il sindaco Nanni Campus a inizio mandato si è trovato tra le mani una patata bollente. "Ho dovuto gestire un'autentica follia amministrativa- spiega il primo cittadino - I fondi per completare l'opera non bastavano, ma rischiavamo di perderli. Per cui ai 4 milioni esistenti, grazie ad un finanziamento regionale, ne abbiamo aggiunti altri 6. Da altre parti in genere questo tipo di opere le eseguono i privati, attraverso un project financing. Ma la situazione era di assoluta emergenza e abbiamo dovuto provvedere, anche per salvaguardare un patrimonio della città come la Dinamo. Assicurare la convivenza tra cantiere e squadra di basket - conclude - non sarà facile".

In effetti i problemi di sicurezza non sono di poco conto e assumersi la responsabilità è una questione gravosa e difficile. Resta il fatto che per le società sfrattate trovare un altro impianto sia non un compito quasi proibitivo. Ci sta provando lo storico presidente del Sant'Orsola Basket Giuseppe Bellino, la cui società milita in C1. "Siamo disperati - afferma il dirigente - stiamo avviando contatti con l'Amministrazione comunale di Ittiri e Porto Torres, ma non siamo al corrente se queste strutture siano omologate ed abbiano i requisiti necessari".

Drammatica la situazione della boxe. "Per ora abbiamo allestito i sacchi e altre attrezzature in campagna - dice l'allenatore Maurizio Muretti - Dove metteremo il ring? Confidiamo ancora nell'Amministrazione comunale".

Serena Solinas, area sport ginnastica artistica, aggiunge: "Capiamo le problematiche, ma non sappiamo dove andare". Sulla stessa lunghezza d'onda Stefano Urgeghe, insegnante di judo: "Dopo 38 anni trovare un altro spazio diventa un impresa ardua.- commenta - Il comune di Sassari avrebbe dovuto pensarci prima, ma io confido che si trovi la soluzione".

In questi giorni si è parlato di un consorzio delle società sportive senza casa, con sede in un capannone a Predda Niedda. "Non ne so nulla.- afferma Marco Perra, presidente territoriale Uisp, con 300 affiliati al Palaserradimigni - bisogna pensare anche alla terza età e al sociale. Urge quindi un progetto alternativo, un nuovo centro dello sport. La coperta per ora è troppo corta. Anzi, non c'è proprio".
© Riproduzione riservata