La carriera in campo di Matteo Zanda si è conclusa lo scorso 15 maggio, con l'ultima da portiere col Monastir contro il Li Punti, adesso per lui inizia l'esperienza al Guspini in Promozione. Sarà il nuovo direttore sportivo, ruolo già svolto nei precedenti nove anni in biancazzurro assieme a quello fra i pali: ora si dedicherà solo alla parte dirigenziale. «Dopo aver scelto di smettere di giocare ho preso un mese per pensare», segnala. «La mia idea era stare fermo un anno, però ho avuto delle proposte e questa in particolare mi ha convinto come progetto: non potevo rinunciare. Partiremo dall'organizzazione: prima vogliamo una struttura, poi costruire la squadra senza pressioni ma per giocarcela con tutti. Non ho ancora pensato all'allenatore».

Nove anni di spessore. A Monastir Zanda è arrivato nel 2013, dopo aver vinto la D col Tempio e la Promozione con Muravera e Nuorese. Nel 2015, da capitano, ha portato il club in Eccellenza vincendo i playoff: «Voglio ringraziare la società per quello che mi ha dato in questi nove anni, per il rapporto in primis col presidente Marco Carboni, col quale sono particolarmente legato, e il vice Alfredo Deidda». Nel torneo appena concluso il record di punti, 57, e il sesto posto: «L'ultima stagione è stata ottima, però dentro mi resta il dolore per la morte di Tommaso Ugas, il capitano della Juniores. Mi ha toccato molto, ho un grande rapporto con la famiglia e per loro ci sarò sempre».

Nuova veste. Per Zanda fare il ds non sarà una novità, ma diventa il suo unico ruolo (assieme ai campi da padel aperti a Monastir un anno fa). Non si dedicherà più ai portieri, pur mantenendo intatta la passione: «Preferirei insegnare ai giovani il rispetto e lo stare in uno spogliatoio», precisa. «Il ruolo di preparatore dei portieri lo lascio a persone come Fabio Prinzis, che era con me a Monastir: un ragazzo giovane che arriverà lontano, perché ha le capacità e la testa per avere successo». Uno dei colpi di Zanda da ds è stato riportare Nicola Manunza a Monastir un anno fa: «Mi era dispiaciuto interrompere il rapporto nel 2020. Quando l'ho richiamato è stato entusiasta: ha creduto nel progetto mio e del club, dimostrando tutto il suo valore. È una persona top e uno dei migliori allenatori in Sardegna, merita categorie superiori».

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