«La felicità è stare dove Dio vuole che io stia, e a me piace stare vicino ai miei cari». Con questa motivazione Exequiel Narese, centrocampista argentino di 35 anni appena compiuti, ha giustificato la decisione maturata nelle scorse settimane di lasciare la Tharros, nel campionato di Promozione, e far ritorno in patria al Sarmiento de la Banda. L'esperienza a Oristano è durata appena sei mesi, in cui aveva fornito anche buone prestazioni, ma poi il richiamo di casa ha prevalso. O meglio: ha prevalso un segno divino, visto che oltre a giocare a calcio è anche un pastore. È leader del ministero "Hijo Atleta", tanto che pure dalla Sardegna gestiva (di notte, per il fuso orario) tramite Zoom le funzioni religiose seguite da decine di fedeli in collegamento dall'Argentina.

«Non penso solo a giocare a calcio, quanto a condividere esperienze e a questioni spirituali: è l'unica cosa che ti riempie realmente», ha detto in un'intervista in patria a La Gaceta, dopo il ritorno in Argentina. L'ultima partita di Narese con la Tharros risale a un mese fa, il 15 febbraio contro l'Uta (con gol, su punizione, e vittoria per 2-0). Poi due settimane di valutazioni e alla fine la partenza il 2 marzo, direzione Argentina, con la risoluzione consensuale del contratto. Questo dopo che coi biancorossi si era comunque trovato bene, con la società che lo aveva supportato e aiutato per le questioni burocratiche e per l'arrivo in Italia della famiglia.

Narese ha realizzato otto gol in campionato con la Tharros, in una squadra ricca di connazionali (con lui Berghmans, Cecconato e i fratelli Ferrari). In carriera aveva giocato sempre nelle serie minori in Argentina, tranne alcuni mesi in Italia al Fasano in Serie D. I sei mesi in Sardegna li ricorda con gusto, nonostante l'addio anticipato per motivi (come riferito da lui) spirituali: «Una delle migliori esperienze della mia vita, con la famiglia abbiamo appreso una nuova cultura. Tutti mi dicevano che in Italia avevo ogni cosa per essere felice, oltre a vivere in un posto splendido, ma questo non basta per essere felice. La lontananza da casa ha avuto un peso».

Narese ora gioca nel Torneo Federal A, con la prima giornata che non è andata per il verso giusto: il Sarmiento ha perso 1-0 in casa della Juventud Antoniana, ma lui non ha giocato. E dai sei mesi alla Tharros gli resta anche una definizione sul rapporto fra l’Italia e la fede: «Sono religiosi, ma più per abitudine. Per me invece la fede ti deve accompagnare in ogni momento, non solo la domenica», ha concluso l’intervista a La Gaceta.

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