Dal campo alla panchina in 24 ore. È quanto ha riservato il destino ad Antonio Lai, centrocampista fino a giovedì scorso, tecnico della Tharros dal giorno seguente.

Un ruolo che, tolti gli scarpini da calciatore, sarebbe stata la naturale prosecuzione di carriera nel mondo del calcio, per il 39enne nativo di San Nicolò d’Arcidano; fresco di patentino e, alla prima esperienza, il timone di una delle squadre più blasonate della Sardegna. Sarà lui a guidare i biancorossi nel prossimo torneo di Eccellenza. Domani, l’esordio al Comunale, alle 18, in Coppa Italia, contro il Bosa.

«I ragazzi – esordisce Lai – si stanno allenando bene e ho impressioni molto positive. Sono fiducioso e convinto che faremo un’ottima gara». I tifosi oristanesi lo hanno ammirato come il “Direttore d’Orchestra” in campo, ora la “direzione” avverrà dall’area tecnica.

«Cambierà la comunicazione – prosegue - Da giocatore sai di essere leader ma è diverso, da allenatore devi dirigere direttamente tutto il gruppo sotto vari punti di vista».

Tranquillo e carico al punto giusto, l’allenatore della Tharros. «La mia idea – afferma – era quella di giocare, ero motivatissimo. Volevo fare un anno alla grande e poi iniziare, piano piano, ad allenare, come secondo o dalle giovanili. Dopo quanto successo nell’ultima settimana ho cominciato a pensarci e abbiamo preso la decisione». Con una certezza. «Sarò allenatore e basta – conferma – voglio farlo nel miglior modo possibile, dedicarmi completamente al ruolo. È stata una scelta serena, a 39 anni, dopo aver fatto la mia carriera da calciatore. Presidente, dirigenti, staff e squadra mi daranno una mano. Questa squadra è la mia famiglia e spero di ripagare la fiducia».

Partire dalla Tharros, maglia con la quale ha condiviso tanti momenti. «Un grande stimolo – conferma - e una grande responsabilità. Cercherò di dare qualcosa ai tifosi e spero siano sempre di più. Sarebbe un sogno vederne tanti al campo». Lai non si sbilancia sugli obiettivi, ma l’idea è far bene. Ma che tipo di Tharros vedremo? «A me piace giocare la palla – afferma il tecnico biancorosso – anche da giocatore ero così. Giocarla il più possibile, cercando di esprimere delle idee. Di sicuro la difesa a 4 sarà il punto di riferimento».

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