Ci separano appena una manciata di giorni dal debutto della quinta stagione di “Stranger Things”, e ancora una volta i pronostici sembrano suggerire che assisteremo a qualcosa di entusiasmante. Atteso sulla piattaforma Netflix il prossimo 27 novembre, lo show horror-fantascientifico creato dai Fratelli Duffer si avvicina ormai alla sua fase conclusiva, dopo un viaggio cominciato nel lontano 2016, che mette al centro le avventure di un gruppo di giovani protagonisti alle prese con creature e mondi paranormali direttamente ispirati alla cultura pop degli anni ‘80.

Con una messa in onda strutturata in tre blocchi - che vede il primo volume da quattro episodi fissato al 27 novembre, il secondo da tre episodi al 26 dicembre e la puntata finale al 1° gennaio - la serie è tornata nuovamente sotto i riflettori dopo le ultime dichiarazioni del produttore e regista Shawn Levy. Stando a quanto riferito, il gran finale di “Stranger Things” è da considerarsi un autentico “capolavoro”, carico di tutta la forza, l’emotività e lo stile caratteristico che hanno reso la serie ormai inconfondibile.

Nella sua ultima intervista a Collider, Levy ha affermato nello specifico: “Ho visto la versione definitiva dell'episodio finale dell'ultima stagione di Stranger Things, è un capolavoro. I Duffer hanno centrato l'atterraggio. Un dieci su dieci perfetto... ed è profondamente soddisfacente e commovente. Devo dirlo, mi ha devastato”.

La speranza che l’episodio conclusivo si dimostri all’altezza delle aspettative - dopo il seguito senza precedenti che il franchise ha saputo consolidare - è oltremodo sentita da Levy come da tutto lo staff. Ricordiamo a questo proposito le passate dichiarazioni di Finn Wolfhard - interprete del personaggio di Michael Wheeler - sul rischio che un finale sbagliato produca “l’effetto Game of Thrones”, creando cioè, con l’eventuale responso negativo del pubblico, un'ondata di malcontento destinata a perdurare negli anni. Uno scenario infausto, questo, che comprende bene lo stesso Levy: “I finali di serie che ci hanno deluso negli anni... sono dolori. Investi anni di vita in personaggi e storie e poi, se ti tradiscono nel tono o nello spirito, è una delusione amara che resta”.

Quanto alla novità di poter vedere l’ultimo episodio proiettato al cinema, ha commentato: “Quando c’è stato un finale di serie al cinema? È un evento raro e singolare, ma questo episodio se l'è guadagnato”. E ricordando le difficoltà di gestire più impegni lavorativi insieme - costringendolo, per poter dirigere nel frattempo il cinecomic “Deadpool & Wolverine”, a girare il sesto episodio della serie e il settimo in collaborazione con i Duffer - ha aggiunto: “È diventato chiaro che loro non avevano tempo per farlo tutto, e nemmeno io. Così abbiamo deciso di condividere la regia... dopo dieci anni di fratellanza creativa, vedere i nostri nomi insieme lì sopra ci sembrava giusto”.

Ospiti alla scorsa edizione del Lucca Comics & Games, anche i Fratelli Duffer non hanno perso occasione per condividere qualche novità di rilevo. Sulla volontà di chiudere al meglio e far convergere, con il finale della serie, tutti i punti e gli archi narrativi rimasti in sospeso, hanno detto: “Abbiamo aggiunto un po' di personaggi, la mitologia si è ampliata ed è diventata più complessa, e nell'andare verso la stagione finale abbiamo voluto tirare le fila da tutti i punti di vista, anche per dare al pubblico le risposte che si aspettavano, anche perché avremmo voluto dire qualcosa di più già in precedenza, ma non c'era abbastanza spazio per tutto e abbiamo rimandato alcuni dettagli. Ma ora che andiamo verso la fine, non c'è più tempo da perdere. Ed è stata una delle sfide della stagione finale”.

E sullo stato d’animo che suscita il pensiero di dover salutare il progetto, amato e coltivato così a lungo, hanno ammesso: “Direi che ancora non ci crediamo, è stato molto emozionante quando abbiamo finito la produzione nell'ultimo giorno di riprese. È stata l'ultima volta in cui abbiamo filmato quei personaggi e quegli attori in quei ruoli ed ha avuto il sapore di un addio. È stato un giorno difficile, ma Ross e io ci siamo immersi subito nella post-produzione e siamo stati impegnatissimi a chiudere la serie, così siamo riusciti a non pensarci, ma ora che ci avviciniamo alla fine sta iniziando a fare effetto e ci vorrà un po' per metabolizzarlo. Userei il termine agrodolce, perché siamo eccitati all'idea di poter raccontare storie diverse, ma tristi perché ci lasciamo alle spalle questo mondo e questi personaggi”.

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