Sharon Stone torna a parlare dell'emorragia cerebrale che l'ha colpita nel 2001, a soli 43 anni. E lo fa dopo essere stata profondamente colpita dalla visione di "My Beautiful Broken Brain", il documentario trasmesso da Netflix e con David Lynch come produttore esecutivo che racconta la storia della 34enne Lotje, una donna inglese vittima di un'emorragia intracerebrale che l'ha privata della capacità di leggere e di scrivere.

L'attrice in un'intervista a RadioTimes ha dichiarato di non essere nemmeno stata in grado, per quasi tre anni, di scrivere il suo nome, e questo perché "il braccio si rifiutava di fare quello che gli diceva la mente e avevo perso molte funzioni della parte sinistra del corpo".

"Quando sono tornata a casa dopo l'ictus – ha spiegato - riuscivo a malapena a camminare. E non potevo vedere dall'occhio sinistro né sentire dall'orecchio sinistro".

La Stone ha dunque dovuto imparare daccapo a fare anche le cose più semplici, come parlare, leggere e scrivere.

"Ho avuto un'emorragia cerebrale per nove giorni - ha raccontato - e quello che mi è accaduto mi ha cambiata per sempre, avevo il cinque per cento di probabilità di sopravvivere. Mi ci sono voluti anni per tornare a sentire la mia gamba sinistra".

Ad aiutare la Stone nella fase di recupero, un ruolo importante ha giocato la carriera, aiutata dalle apparizioni televisive che dopo le difficoltà iniziali, le hanno dato carica e morale.

"Ho iniziato facendo un'apparizione come ospite nella serie tv Law & Order nel 2010 e all'inizio è stata un'esperienza difficile e strana, perché avevo perso la mia memoria fotografica e, di conseguenza, non sapevo come fare con le battute, ma adesso tutto è tornato come prima".

(Unioneonline/v.l.)
© Riproduzione riservata