L'arpa è strumento sublime perché ha melodie così perfette da non sembrare di questo mondo. L'artista per suonarla si inginocchia in sacra devozione come a chiedere la grazia del cielo. Ma Raoul Moretti del suo dolce strumento ne ha fatto un'elegante ascia con la quale rompere ogni banale convenzione. Perché lui sa che tutto ciò che è perfetto è perfetto se ha in sé il suo lato oscuro. E così, come un angelo ribelle ha preso dagli abissi del suo animo le note più dissacranti, producendo insieme al team Luminalab di Cagliari un videoclip dark, "The black swan", "Il Cigno nero". Un capolavoro di suoni che Milano ha scelto per presentare la mostra di Mirò e che si prepara per innovazione e originalità a fare il giro del mondo.

A sentire la violenza garbata che emanano le corde della sua arpa elettrica vengono in mente tre cose. Che nel pizzico di corda c'è tutta la sua idea di mondo («E non è più quella classica»). Che la danzatrice sassarese Leonarda Catta l'ha espresso in modo eccellente («La mia musica è diventata il suo corpo»). E che Moretti è riuscito a sprigionare il suono della Sardegna intera. «E la porterò ovunque».

Perché in "The black swan", girato nei fortini di Sant'Ignazio a Calamosca da Igor Rabissoni con la collaborazione musicale dell'elettronica di Marco Tuppo, l'Isola sembra parlare dalle sue ferite. Miniere e cave e rocce scavate. E suoni che vengono dal profondo, da millenni, che incantano spezzando l'incantesimo. «Credo che l'arpa debba arrivare anche oltre i teatri, e oltre tutti i luoghi ingessati». spiega. «Dopo vent'anni di studi mi sono spinto fino ai confini di questo strumento per liberarne ancora le sue capacità. E spero che il mio suono rapisca le anime dei giovani musicisti affinché questo diventi strumento adatto ad esprimere l'animo del nostro presente». La speranza è che tutto questo diventi un master di specializzazione in un Conservatorio d'Europa. «E che finalmente l'arpa attiri ora nuove generazioni».

Raoul Moretti, col suo viso pieno di pace e sulle dita la sua mistica guerra di suoni, arriverà fino al Sud America e in Cina. Qui l'Hong Kong al World Harp Congress, il più importante evento mondiale dell'arpa, l'ha voluto tra i cinque artisti che si esibiranno durante la serata d'onore. Perché la fama internazionale di Moretti, quella sì, che piace agli dei come il suono classico dell'arpa. «È davvero un onore che mi abbiano scelto, sarò in mezzo ai miei maestri». E l'esperienza qui sarà ancora più affascinante, perché andrà a mischiarsi con la tradizione cinese.

Ma il bello è che tutto questo verrà presentato con un cimelio che ha un suo senso storico. «La maglietta disegnata per il tour dal pittore Bob Marongiu». Che è lì al suo fianco, con l'asinello che strimpella col sorriso. «L'idea della Bob-Harp è proprio quella di dare a tutti ciò che è sacro», spiegano insieme. «Un mito rovesciato, quello dell'asino arpista, che si trova in numerosi affreschi romani». Indica il ponte fra due mondi. Mentre parlano scorrono le immagini scattate da Fabrizio Massidda. Che usa scorci di luce come comunicare l'aldilà e la forza prepotente dell'artista.

L'avventura comincia sabato alle 18 nell'atelier dell'artista Bob Marongiu, in via Alghero, a Cagliari, con un vernissage delle opere del pittore. I due andranno in giro per il mondo tra scuole civiche, conservatori e storici negozi di musica. Il 7 aprile invece l'appuntamento è al May Mask di via Giardini 149, ancora a Cagliari, con un concerto live. Appuntamento che coinciderà con l'inaugurazione della mostra di LuminaLab Vision.

Virginia Saba

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