A 78 anni continua a impastare e infornare nella sua pizzeria di Pirri. Andare in pensione? Per adesso non ci pensa, anche perché con quello che prenderebbe non sarebbe possibile andare avanti.

La storia

Angelino “Lino” Congiu, classe 1944, è un uomo che porta bene i suoi anni. Ha un sorriso che trasmette passione per il proprio lavoro ma vorrebbe comunque smettere di lavorare se solo il suo assegno previdenziale, dopo 42 anni di contributi, non si fermasse a 540 euro. Una cifra esigua, ancora di più se da restituire c’è un debito generato da un fallimento inaspettato. La scelta dunque è quasi obbligata: continuare a lavorare nella sua pizzeria – Lobizza – rilevata nel 1996 e gestita insieme alla seconda moglie, la figlia e il cognato.

Vita intensa

È il 1965 quando Lino lascia Villanoforru per la ricca Torino: «Accudivo il bestiame con mio padre sino a quando mio cugino mi ha proposto di seguirlo per fare il lavapiatti. Il giorno dopo sono partito e con mio padre non ci siamo parlati per diversi anni». Dopo cinque mesi, diventa cuoco e si trasferisce a Casale Monferrato per lavorare in un ristorante. Trascorsi due anni è nuovamente nel capoluogo piemontese per cucinare nelle mense aziendali: «Per diversi anni, ho cucinato per i dipendenti di Aspel Frigo, Sip e Fiat. Solo in quest'ultima, preparavamo circa 3500 coperti al giorno».

La fortuna

In pieno boom economico, il ragazzo della Marmilla non ci pensa due volte a mettersi in proprio e di mezzo, c’è ancora una volta il cugino: «Dopo aver aperto un ristorante sardo, prende una terza pizzeria. La gestisco io per cinque mesi prima di acquisirla e tenerla per dieci anni». La scelta è vincente: «Guadagnavo bene e mi divertivo nelle notti torinesi. Ogni anno, facevamo un mese di vacanza senza problemi. Nel 1975, ad esempio, comprai una Bmw da venti milioni di lire che in Sardegna avevano due o tre persone». Negli stessi anni, Lino acquista un appartamento e un locale commerciale nel suo piccolo paese e nel 1981, insieme alla sua famiglia, torna in Sardegna. Peccato che la moglie decide di rientrare a Torino con divorzio annesso.

Il fallimento

Ma Congiu non molla. Insieme ad un socio e alla moglie di lui, aprono un ristorante a Villasimius. Il business nel 1991 va a rotoli, anzi peggio: «Mi dedicavo alla cucina e i miei soci al resto. La signora dichiarò fallimento in un’altra società trascinandomi dentro. Oltre ad aver investito centinaia di milioni di lire, ho perso anche i miei beni. Sono riuscito a riprenderli all'asta ma quel costo mi costringe a lavorare ancora».

I progetti

E il futuro come lo vede? «Ancora un anno e torno a Villanovaforru, che ho lasciato a 21 anni e dove ho un orto in campagna». Per il momento la clientela, rimasta fedele in questi 26 anni, può dunque stare tranquilla. Ma Lino Congiu, ama la pizza? «In realtà ne mangio due o tre all’anno. La mia preferita è bianca, ridotta, con gorgonzola e qualche fettina di pecorino. Di solito preferisco fare una piccola cena quando torno a casa».

Stefano Meloni

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