Dopo 12 anni trascorsi a Londra, Rachele Pranteddu, 34 anni, barbaricina, ha deciso di continuare la sua avventura fuori dall'Isola e si è trasferita a Tokyo, dove vive da due anni.

Dopo gli studi al Classico di Nuoro, Rachele ha deciso di continuare all'Università di Perugia per poi approdare, grazie al programma Erasmus, in Inghilterra. Qui sarebbe dovuta rimanere un anno, "ma il sistema mi è piaciuto così tanto che ho chiesto il trasferimento per completare i miei studi in relazioni internazionali".

LA STORIA - Dopo il master in Business Management, Rachele inizia a lavorare nello Yorkshire prima con un progetto dell'Unione europea, poi per una compagnia d'assicurazioni e infine nell'e-commerce. Poi l'idea di cambiare completamente aria, trasferendosi dall'altra parte del mondo: «Dopo dodici anni sei completamente a tuo agio sia nel lavoro che nella quotidianità - ha continuato - ma volevo un'altra sfida. Volevo qualcosa di veramente difficile da fare per avere più stimoli. E quindi ho pensato all'Oriente. Una volta arrivata in Giappone, è stato amore a prima vista».

Oggi Rachele è di nuovo sui libri: dopo aver studiato per un anno la lingua giapponese, sta conseguendo il master Mba a Tokyo.

L'EDUCAZIONE - Tanti i pregi del paese nipponico, fra cui quello della grande educazione dei suoi abitanti: «Ad esempio quando sei in treno non puoi parlare al telefono, perché molti passeggeri dormono - ha continuato - se un'azione causa un fastidio al prossimo, non la si fa. Se tu vuoi essere parte della loro società, la prima cosa che devi fare è pensare agli altri». Dall'altro lato, non mancano le difficoltà a relazionarsi: «Il fatto che non esternino i loro sentimenti, crea diversi problemi nei rapporti interpersonali".

Rachele, nonostante le tante difficoltà, appena può torna a casa: «Ovviamente mi manca la Sardegna, lì c'è la famiglia, ho ancora tanti amici. Ho girato tanto nella mia vita, e posso dire che la nostra terra è unica per ospitalità».

Per ora, è comunque da escludere un ritorno in Italia: «Si investe troppo poco su di noi - ha commentato Rachele - tutti i contratti che ho avuto in Inghilterra erano a tempo pieno e indeterminato. Bisogna che l'azienda garantisca la sicurezza del lavoro e la possibilità di realizzarti al di fuori di esso».

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