È l'ennesimo inestricabile groviglio di idee a spaccare il Partito Democratico. Questa volta, al centro dell'acceso dibattito interno ai Dem c'è l'alleanza con il Movimento 5 Stelle per formare il Governo.

Il capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha affidato al presidente della Camera, Roberto Fico, il ruolo di esploratore tra i due partiti.

Ma più che far ciò, Fico dovrà tentare di capire se tra le due correnti di opposto pensiero spuntate all'interno del Pd ci sia possibilità di mediazione.

Pd con i 5 Stelle sì o no?

Carlo Calenda, dice in un tweet, che piuttosto che far da spalla a un Governo Di Maio, preferisce abbandonare il partito: "Sono fermamente contrario a un'alleanza con il M5S", ha detto lapidario. E poi: "Mi sono rotto di questa politica da tifo da stadio e opposti bullismi - aggiunge - Non ha nulla a che fare con la complessità dei problemi che dobbiamo affrontare e neanche con una politica forte (non arrogante o aggressiva) di cui abbiamo disperatamente bisogno". E, infine, l'affondo: "Io a Grillo e Casaleggio non farei gestire una tabaccheria".

Dall'altra parte della barricata, il segretario reggente del partito, Maurizio Martina, che sa quanto la situazione al momento sia delicata, ma esprime – a differenza dei fedelissimi di Matteo Renzi – tutta la sua volontà nel "provarci fino in fondo" a trovare un accordo con Di Maio.

"Non ho nessuna difficoltà a dire che per questo passaggio c'è bisogno del contributo di tutti nel partito, anche di Renzi. Non mi sognerei mai di farlo da solo", spiega Martina, nel sottolineare come la sfida consegnata da Fico "vada accettata, perché ritengo che debba giocare all'attacco. Dunque, sfidiamo fino in fondo il M5S".

Intanto, però, è già partita la conta dei favorevoli e dei contrari, il tutto nell'assordante silenzio dell'ex leader. Renzi, che forse aspetta il momento giusto per palesarsi.

Infatti, intento a festeggiare il 25 aprile nella sua città, Firenze, "senza polemiche", ha scelto di non commentare, ma soltanto di sondare gli animi del suo elettorato, chiedendo alla gente: "E tu lo faresti un governo con i Cinquestelle?". La risposta per lo più è stata, come prevedibile, "no, sennò spariremmo".

(Unioneonline/DC)
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