Mario Draghi in Senato per chiedere la fiducia e far così partire ufficialmente il suo governo, dopo le consultazioni e il giuramento dei ministri.

Il nuovo presidente terrà il suo discorso nell'aula di Palazzo Madama in mattinata, poi sono previsti gli interventi dei vari gruppi e infine il voto, in cui l'ex numero uno della Bce dovrebbe incassare il sostegno di un'ampia maggioranza.

Questo nonostante le fibrillazioni dell'ultima ora, con il Movimento 5 Stelle ancora spaccato tra "governisti" e "ortodossi" (ma il reggente Vito Crimi assicura il sostegno del Movimento, spiegando che ogni altra scelta sarà fatta "in dissenso dal gruppo") e qualche frecciata del leader della Lega Matteo Salvini.

Dal canto proprio il segretario del Pd Nicola Zingaretti lancia un appello affinché i partiti rinuncino alla "guerriglie quotidiane".

Ma anche tra i dem qualcosa si agita: in molti, infatti, dentro al partito, non vedono di buon occhio la creazione di un intergruppo, proprio al Senato, assieme a M5S e Leu, per portare avanti "proposte comuni", in nome dell'alleanza che ha sostenuto l'esecutivo Conte bis.

Draghi, ad ogni modo, dovrebbe vedersi dire "no" solo da Fratelli d'Italia e, eventualmente, da qualche dissidente pentastellato.

Domani sono invece in programma il discorso e il voto alla Camera dei Deputati.

Incassata la fiducia, il nuovo presidente del Consiglio potrà dedicarsi al vertice G7 in programma venerdì, dedicato soprattutto alle strategie comuni a livello internazionale per combattere la pandemia di Covid, e a completare la squadra di governo, con la nomina dei sottosegretari, attesa per l'inizio della prossima settimana.

(Unioneonline/l.f.)
© Riproduzione riservata