Giuseppe Conte è salito al Quirinale intorno alle 14.40 per sciogliere la riserva e presentare al Presidente Sergio Mattarella la squadra di governo Pd-M5S.

Segnale che le trattative sulla squadra di governo si erano un po' incagliate prima di giungere a piena soluzione, visto che la salita al Colle era data per certa in mattinata.

Sono state ore febbrili: dopo i vertici notturni, questa mattina ce ne sono stati altri. Uno per il programma, un altro a Palazzo Chigi sulla squadra. Il nodo più duro da sciogliere è stato quello del sottosegretario alla presidenza del Consiglio: una vera e propria battaglia tra il premier incaricato e Luigi Di Maio.

Il leader pentastellato voleva Fraccaro o Spadafora a Palazzo Chigi, Conte un uomo di sua fiducia slegato dai partiti. Ha vinto Di Maio, pare, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio sarà Riccardo Fraccaro. Altri scogli non facili da superare: la Farnesina, il Mise e la delega ai servizi segreti.

Il presidente del Consiglio, dal canto suo, ha allargato a LeU il perimetro della maggioranza. Mossa utile, perché al Senato i numeri sono molto risicati, che non è piaciuta a Pierferdinando Casini, eletto nel Pd: "Se il bicolore Pd-M5S si trasforma in un tricolore con Leu, molti di noi saranno in forte imbarazzo", ha scritto sul suo profilo Facebook il centrista.

Quanto al programma sia Graziano Delrio che Liberi e Uguali si sono detti "soddisfatti" della mediazione trovata. "C'è anche la modifica della legge sull'immigrazione", ha fatto sapere il capogruppo dem. Quella oggi vigente è ancora la Bossi-Fini.

Sarà un Conte più forte, quello "bis", rispetto al premier debole che per mesi abbiamo visto ostaggio dei suoi vice Salvini e Di Maio.

Il Pd, dal canto proprio, ha deciso di non piazzare nei dicasteri ex ministri dem, proprio in nome di quella "discontinuità" invocata da Zingaretti. Così Andrea Orlando, grande protagonista delle trattative, ha scelto di defilarsi. L'unico ministro dem con esperienze nei dicasteri è Dario Franceschini. Con lui e Di Maio se la vedrà il premier quando ci saranno mediazioni da portare a termine e contrasti da dipanare.

Domattina il giuramento. Il governo Conte potrebbe poi presentarsi alle Camere per il voto di fiducia nel weekend o a partire da lunedì. Un voto di fiducia non proprio scontato, soprattutto a Palazzo Madama.

(Unioneonline/L)
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