Dazi, la Cina risponde: tariffe fino all'84%. Il segretario al Tesoro Usa: «Sconfitta per Pechino»
Il monito del gigante asiatico: «Washington corregga le pratiche sbagliate»Non si ferma l'escalation tra Usa e Cina nella guerra dei dazi. Pechino ha appena risposto a Donald Trump portando le proprie tariffe sui beni made in Usa dal 34% all'84% con effetto dalle ore 12 di domani.
E promette di adottare tutte le misure «ferme e incisive» per proteggere i propri interessi in risposta all'entrata in vigore dei dazi americani al 104% sulle importazioni dei beni made in China, rivendicando «il legittimo diritto del popolo cinese allo sviluppo» che «è inalienabile». Il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian, nel briefing quotidiano, ha aggiunto che «la sovranità, la sicurezza e gli interessi di sviluppo della Cina sono assolutamente inviolabili». Pertanto, «continueremo ad adottare misure ferme e incisive per salvaguardare i nostri diritti e interessi legittimi».
Dalla Cina arriva inoltre un invito all'amministrazione americana a correggere subito le proprie pratiche commerciali errate e ad annullare tutte le misure tariffarie unilaterali contro Pechino, risolvendo adeguatamente le divergenze attraverso un dialogo paritario basato sul rispetto reciproco.
Una reazione che è una «sconfitta» per Pechino, ha commentato il Segretario al Tesoro americano Scott Bessent. In un'intervista al programma 'Mornings With Maria' di Fox News, Bessent ha affermato che «è un peccato che i cinesi non vogliano venire a negoziare perché sono i peggiori trasgressori del sistema commerciale internazionale. Hanno l'economia più squilibrata nella storia del mondo moderno».
«Posso dirvi che questa escalation è una sconfitta per loro, che hanno economisti, accademici e tecnocrati molto intelligenti all'interno della loro burocrazia, e direbbero alla leadership che non siamo in vantaggio – ha aggiunto -. Sono il Paese in surplus, le loro esportazioni verso gli Stati Uniti sono cinque volte superiori alle nostre esportazioni verso la Cina. Quindi possono aumentare i dazi. Ma con questo?» ha continuato. «Nessuno vince in una guerra. Ma è una questione di proporzionalità. E la proporzionalità per i cinesi sarà molto peggiore».
(Unioneonline)