Chiosco bruciato a Cala Liberotto, il titolare: «Piccolo uomo ma qui un clima poco gradevole, serve la svolta»
In fiamme la struttura del 125 Cala Ginepro, Piero Rondoni: «Non ci fermiamo, però è necessario un cambio culturale»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il giorno del suo compleanno è iniziato con il fuoco e la cenere, quella rimasta dopo l’incendio del chiosco nel cortile della sua attività, il 125 Cala Ginepro, a Cala Liberotto, sul litorale di Orosei.
Un atto doloso che il titolare, Piero Rondoni, inserisce in un contesto complesso: «Continueremo a girare a testa alta, a fare il nostro lavoro al meglio, ad avere rispetto delle cose altrui», si sfoga sui social. E aggiunge: «Non posso ringraziare chi ha pensato di farmi un “regalo” poco gradito. I piccoli uomini agiscono di notte, al buio, nascondendosi come topi, le tenebre celano le loro azioni criminose in quanto non si fanno vedere perché “non vogliono visti” (cit.)».
Ma in generale «a Cala Liberotto vige una situazione poco gradevole: furti continui, avvelenamenti di animali, atti intimidatori. Sarebbe ora di dire basta e perseguire i pochi che mettono in cattiva luce un’intera comunità, le istituzioni devono intervenire e fare subito la loro parte». Questo è l’appello.
«Parlo da cittadino, imprenditore e sardo che non si sente tutelato a casa sua. Se vogliamo crescere abbiamo bisogno di una svolta culturale altrimenti inseguiremo sempre e non saremo mai padroni del nostro destino».
(Unioneonline/E.Fr.)