Sono circa 6 milioni gli italiani che vivono fuori dai confini nazionali. Un dato che emerge dal “Rapporto Italiani nel Mondo” della Fondazione Migrantes presentato oggi a Roma nella sua 18esima edizione.

In particolare, le italiane all'estero sono praticamente raddoppiate (99,3%), i minori sono aumentati del 78,3% e gli over 65 anni del 109,8%. I nati all'estero sono cresciuti, dal 2006, del 175%, le acquisizioni di cittadinanza del 144%, le partenze per espatrio del 44,9%, i trasferimenti da altra Aire del 70%.

"Al primo gennaio 2023 i connazionali iscritti all'Aire - si legge nel documento - sono 5.933.418, il 10,1% dei 58,8 milioni di italiani residenti in Italia. Mentre l'Italia continua inesorabilmente a perdere residenti (in un anno -132.405 persone, lo -0,2%), l'Italia fuori dall'Italia continua a crescere anche se in maniera meno sostenuta rispetto agli anni precedenti".

"Il 46,5% dei quasi 6 milioni di italiani residenti all'estero è di origine meridionale (il 15,9% delle sole Isole), il 37,8% del Settentrione (il 19,1% del Nord Ovest) e il 15,8% del Centro. Negli ultimi 20 anni, quindi, e poi ancora di più nell'ultimo decennio, abbiamo assistito non solo a un revival del fenomeno, ma a un drastico cambiamento dello stesso. Rispetto alle caratteristiche tradizionali - origine meridionale, protagonismo dell'oltreoceano, emigrazione familiare - la mobilità degli italiani più recente, caratterizzata da partenze dalle regioni del Centro-Nord dopo, nella maggior parte dei casi, un periodo più o meno lungo di mobilità interna Sud-Nord, sta riscrivendo la storia dell'Italia legata ai flussi migratori dei suoi residenti".

"Il dato" dell'Italia che va via «è preoccupante, qui c'è anche un dato di mobilità, una capacità di rapporti che evidentemente non c'era prima, ma vuol dire anche che non trovano qui quello che cercano altrove, questo ci deve interrogare moltissimo pensando anche al futuro, all'investimento su chi verrà, l'uomo e la donna che verranno», ha detto durante la presentazione il presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi.

(Unioneonline/s.s.)

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