Nulla trapela finora riguardo a ipotesi di reato o persone indagate, ma la notizia dell'apertura di un'indagine penale sul progetto di ampliamento da 40 milioni di euro in corso nello stabilimento Rwm Italia che si estende tra Domusnovas e Iglesias ha subito destato preoccupazione tra sindaci e sindacalisti del territorio.

Sugli ampliamenti (locali e reparti di stoccaggio, parcheggio, campo prove, magazzini e pertinenze varie) il lavoro della procura va infatti ad aggiungersi a quello della giustizia amministrativa (il primo aprile anche il Tar si esprimerà sul via libera agli ampliamenti dopo il ricorso presentato da varie sigle pacifiste ed ambientaliste) e il fatto non tranquillizza di certo in un territorio nel quale l'azienda è una delle uniche in grado di garantire lavoro.

E non aiuta lo stallo creatosi anche a livello di istituzioni riguardo i propositi di reperire altre commesse lavorative e tutelare i circa 150 lavoratori allontanati dal ciclo produttivo dopo lo stop del Governo alle esportazioni verso i Paesi arabi.

Gli incontri già fissati i primi di dicembre tra azienda, assessorati regionali interessati e sindacati, sono saltati per via dell'indisponibilità dell'azienda stessa e da allora non sono state programmate altre date.

"Inutile nasconderlo, la preoccupazione - afferma il sindaco di Domusnovas Massimo Ventura - è tanta: siamo certi che l'azienda abbia sempre seguito le regole ma ben vengano i controlli a fare chiarezza una volta per tutte. Ci si dica però quale sarà il futuro di questa fabbrica. Siamo sempre più convinti che esista un disegno per trasferire tutto da un'altra parte e soddisfare unicamente i pacifisti dalla pancia piena che ora sembrano raccogliere quanto seminato in questi anni".

Più fiducioso Mauro Usai, sindaco di Iglesias (lo stabilimento Rwm ha un'appendice che si spinge fino all'isola amministrativa iglesiente di San Marco dove sono previsti alcuni nuovi reparti): "Nutro grande fiducia nella professionalità degli uffici, sono certo che abbiano concesso ogni autorizzazione secondo le norme e secondo coscienza".

Se ci sono posti di lavoro in pericolo? "Ritengo che se saltassero fuori delle irregolarità non ci sarebbero buste paga che tengano ma penso che tutto si sia svolto nei termini di legge". I sindacati appaiono più amareggiati per lo stallo in cui sembra essere piombata la vertenza: "Ci abbiamo già provato in maniera informale ma non ha funzionato. Ora Chiederemo subito un incontro ufficiale ad azienda e Regione: questo silenzio non tranquillizza nessuno", afferma Emanuele Madeddu, segretario Filctem Cgil Sardegna sud occidentale.

Nino D'Orso, componente della segretaria regionale della Femca Cisl, chiama in causa la stessa Rwm: "C'è profonda amarezza, da mesi l'azienda non incontra le parti sociali dopo aver anche fatto saltare gli incontri istituzionali fissati in dicembre. Da ottobre non abbiamo più notizie, che fine ha fatto il tavolo di concertazione che era stato attivato con gli assessorati a Industria e Lavoro?".

L'inchiesta della sostitura procuratrice Rossella Spano è partita da un esposto presentato dall'associazione Sardegna Pulita circa un anno fa: "L'impressione - dice il portavoce Angelo Cremone - è che in questi anni sull'azienda i controlli siano stati all'acqua di rose e che abbia potuto fare il bello e cattivo tempo senza preoccuparsi di nulla. La magistratura faccia luce sul progetto riguardante gli ampliamenti i quali, a nostro avviso, sono stati spacchettati e divisi per evitare le verifiche scrupolose della valutazione d'impatto ambientale. Ribadiamo ancora una volta - aggiunge Cremone - che a nostro avviso il lavoro deve dare vita, non il contrario. E che la riconversione dello stabilimento Rwm è sempre possibile".
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