I sindacati chiamano, il Governo risponde: il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, venerdì 27 dicembre sarà davanti ai cancelli della Portovesme Srl, società del gruppo Glencore che ieri ha fermato la linea zinco in anticipo rispetto alla data annunciata del 31 dicembre. 

«Noi non molliamo. Mai», ha sottolineato l’esponente del Governo Meloni. «Ho comunicato alla presidente della Regione che ritengo doveroso far sentire la presenza e l'impegno delle Istituzioni a chi teme di perdere il proprio lavoro. Noi ci saremo, insieme, venerdì mattina a Portovesme», ha aggiunto poi. 

Gli fa eco la collega al Lavoro, Marina Calderone: «Saremo davanti ai cancelli di Portovesme, con la presidente della Regione, Alessandra Todde, e tutti i sindaci del Sulcis, confermando l'attenzione del Governo per la vicenda e l'impegno per ogni singolo lavoratore in difficoltà, in armonia con le istituzioni del territorio».

La linea piombo a Portovesme è morta e sepolta, la linea zinco è stata fermata con sette giorni d'anticipo a causa di un problema tecnico e il progetto litio è ancora fermo alle intenzioni carico di mille criticità: se non si materializzeranno gli investitori per la linea zinco, di cui si è parlato alcune settimane fa a Roma durante una riunione che ha visto al tavolo Glencore, Regione, Governo e sindacati, da ieri restano soltanto i fumi di acciaieria a rappresentare l'operatività di un polo industriale tale ormai soltanto di nome.

I più ottimisti sostengono che quella dell'investitore in arrivo da chissà dove per lo zinco  – ancora non ha un nome – sia più di un'ipotesi, che le vie diplomatiche per farlo arrivare siano in fermento, e che quindi non ci si debba disperare.

Si tratterebbe soltanto di aspettare con pazienza, sempre che la Glencore sia interessata a mettersi un concorrente in casa visto che non ha realmente chiuso con lo zinco: lo lavora in altri Paesi dove il caro energia lo consente (grazie anche agli aiuti di Stato).

Ora gli operai pare possano contare su un alleato in più: il Governo. In mille temono per il loro destino. 

Ma la Cgil rimane scettica: il segretario regionale, Fausto Durante,  chiede soluzioni concrete e non una passerella. 

(Unioneonline/E.Fr.)

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