Degli oltre 70 imputati nel processo su quanto accaduto all'Igea, l'azienda regionale per le bonifiche e la gestione delle aree minerarie dismesse nell'Isola (peculato, truffa, voto di scambio, abuso d'ufficio, turbativa d'asta i reati contestati a vario titolo dalla Procura), due chiedono l'abbreviato e un terzo (Enrico Oppi) ancora deve decidere, tre (forse quattro) valutano il patteggiamento. Tutti gli altri preferiscono il rito ordinario, compresi i principali protagonisti dell'inchiesta dei carabinieri di Iglesias.

Tra gli altri, l'ex amministratore unico dell'ente Giovanni Battista Zurru, il suo autista ed ex sindacalista Marco Tuveri, la dipendente Daniela Tidu (erano finiti in carcere nel dicembre 2014), il consigliere regionale dell'Udc Giorgio Oppi e suo nipote Enrico, Antonello Ghiani (ex commissario del Comune di Iglesias), Gian Marco Eltrudis e Francesco Pissard (ex candidati a sindaco a Iglesias e Assemini), Marco Zanda (ex candidato a consigliere). Quindi alcuni imprenditori e i sindacalisti Giampaolo Delrio e Mario Cro.

Il pm Marco Cocco ha ricostruito una presunta rete di rapporti con appoggi elettorali, uso "indebito" dei veicoli aziendali, appropriazione dei beni della società, false presenze in ufficio, certificati per malattie inesistenti, lavori affidati senza appalto per assunzioni mirate a ottenere specifiche preferenze di voto alle consultazioni amministrative. Il 21 maggio davanti al gup Nicola Clivio si deciderà chi farà l'abbreviato e il pm discuterà l'udienza preliminare, poi il 28 parleranno i difensori. Gli abbreviati saranno discussi a settembre.
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