Sulcis, il Natale amaro degli operai: «Paghiamo il peso dei mancati rilanci»
L’appello di Fiom, Fsm e Uilm al Governo: «Tavolo sull’alluminio a inizio 2026»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Nulla di nuovo all’orizzonte: la produzione industriale resta ferma e centinaia di lavoratori sono in cassa integrazione o in mobilità. Per i metalmeccanici del Sulcis, questo Natale sarà quindi all’insegna di preoccupazioni e attesa. A pagare il prezzo più alto sono gli operai, e per questo i sindacati di categoria – Fiom, Fsm e Uilm – attraverso le segreterie territoriali, rilanciano la pressione sul Governo, chiedendo che già nei primi giorni del nuovo anno venga convocato il tavolo sull’alluminio.
«Per le fabbriche di Portovesme a parte il momentaneo salvataggio dell'Eurallumina, non si prevede niente di buono - denunciano le sigle - Le aspettative conseguenti ai tavoli istituzionali di settembre e ottobre 2025, per l'indotto di Portovesme e dell'ex Alcoa sono andate puntualmente deluse. Il rischio che si corre per il rilancio della fabbrica di alluminio primario, è che l'importante gruppo greco, che da mesi si propone per rilevare lo stabilimento di Sider Alloys, abbandoni definitivamente la partita».
I sindacati si sentono presi in giro e puntano il dito contro «n imprenditore incapace di rispettare le promesse. Si è passati da un fantomatico piano industriale che doveva produrre circa 160mila tonnellate all’anno di alluminio primario con circa 500 dipendenti, al sequestro di gran parte dello stabilimento per danni ambientali e appena 60 dipendenti (per giunta coinvolti in cassa integrazione, in pagamento dopo le feste natalizie a causa dell'inaffidabilità aziendale anche sul fronte dei rapporti con l'Inps), senza considerare gli oltre 300 tra lavoratrici e lavoratori ancora in mobilità in deroga, in attesa perenne di prospettive produttive».
C'è poi la posizione di Invitalia nel faro acceso da Fiom, Fsm e Uilm: «La costola dello Stato, comproprietaria dello stabilimento, continua irresponsabilmente a sostenere questo fallimento, rischiando di compromettere la richiesta di due diligence avanzata dai possibili nuovi interlocutori». Non sarà un bel Natale nemmeno «per gli appalti della Portovesme, dell'Enel e per i tanti in cassa integrazione e mobilità, per la precarietà che vivono i pochi che ancora lavorano, ma non c'è nessuna volontà di arrendersi», promettono i sindacati. Da qui gli appelli alla Regione perché «batta un colpo» e al Governo per l'apertura nei primi giorni del 2026 di un tavolo «per rilanciare davvero la filiera dell'alluminio».
(Unioneonline)
