C'è un'indagine vera e propria sulla morte dell'anziano minatore di Nebida. Oggi la Procura ha deciso di aprire un fascicolo per omicidio colposo: nel registro degli indagati sono finiti 4, degli 8 figli, di Baldassarre Fadda.

Quelli che vivono nella frazione di Iglesias ed erano in stretto contatto con il padre: proprio loro, sabato e domenica scorsi, avevano deciso di sospendere le infusioni di sostanze reidratanti che un infermiere dell'Adi gli praticava a casa da qualche tempo.

L'azione della magistratura - che ha trasformato l'iniziale azione di "atti relativi" in indagine - appare come un atto dovuto: indispensabile per capire se ci sia un collegamento tra il decesso e la sospensione delle flebo, oppure se il tutto sia riconducibile solo alle condizioni disperate dell'anziano. Ma l'apertura dell'indagine, allo stesso tempo, darà modo agli stessi familiari di nominare un perito di parte per l'autopsia.

L'esame autoptico - fissato per domani mattina - sarà eseguito dal medico legale Roberto Demontis; con lui ci sarà Gabriele Finco, professore ordinario in Anestesia e Rianimazione all'azienda ospedaliera universitaria di Cagliari.

Quella che Baldassarre Fadda stava seguendo a domicilio non era una vera e propria cura: per lui, al quale la faticosa vita da minatore aveva lasciato numerose patologie aggravate dall'età, non c'erano più speranze di miglioramento. Allettato da tempo, era costretto a stare immobile nella sua casa di Nebida, la frazione costiera di Iglesias. Proprio in quel luogo a lui più caro, e per esaudire i suoi desideri, i parenti volevano che trascorresse gli ultimi istanti di vita. Ma non è andata così.

Lunedì il ricovero: l'uomo è stato trasportato all'ospedale di via Cattaneo con un'ambulanza del "118", a seguito della visita domiciliare fatta dal medico di famiglia. Lo stesso aveva chiesto anche l'intervento dei carabinieri. Già nelle settimane precedenti il ricovero di lunedì, l'anziano minatore aveva trascorso alcuni giorni di degenza al Cto, ma già allora le sue condizioni apparivano ormai irrecuperabili.

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