Sarà decisa nelle prossime ore la data dell'autopsia sul corpo di Baldassarre Fadda, 87 anni, morto lunedì sera all'ospedale Cto di Iglesias dopo alcune ore di ricovero. Una vicenda sulla quale la Procura (che ha già incaricato il medico legale Roberto Demontis) ha deciso di fare luce, acquisendo ulteriore documentazione sanitaria seppure non sia stata aperta (è bene precisarlo) alcuna indagine, né formulata ipotesi di reato a carico di alcuno.

L'azione del magistrato, piuttosto, si configura come un accertamento sanitario. Quelli che - tecnicamente - vengono definiti "atti relativi".

Un intervento, quello della Procura, nato a seguito di una successione di eventi. In particolare dalla decisione dei familiari (moglie e 8 figli) di sospendere le infusioni che un infermiere gli praticava a domicilio.

Non una vera e propria cura visto che per Baldassarre Fadda - cui la vita in miniera aveva "regalato" numerose patologie aggravate dall'età avanzata - non c'erano più speranze di miglioramento. Allettato da tempo, era costretto a stare immobile nella sua casa di Nebida, la frazione costiera di Iglesias.

Proprio in quel luogo a lui più caro, e per esaudire i suoi desideri, i parenti volevano che trascorresse gli ultimi istanti di vita. Ma non è andata così. Lunedì il ricovero: l'uomo è stato trasportato all'ospedale di via Cattaneo con un'ambulanza del "118", a seguito della visita domiciliare fatta dal medico di famiglia il quale (per precauzione, sembra) aveva chiesto anche l'intervento dei carabinieri.

Già nelle settimane precedenti l'anziano minatore aveva trascorso alcuni giorni di degenza al Cto, ma le sue condizioni si erano ormai aggravate e neppure i medici davano speranze di guarigione. L'età avanzata e i numerosi malanni avevano formato un quadro clinico difficilmente modificabile.

Lo sapevano gli specialisti. E lo sapevano i suoi familiari. Ora l'azione della Procura sembra orientata a chiarire se esista un collegamento tra la sospensione delle infusioni e la morte dell'anziano. O meglio: un'eventuale "accelerazione" del decesso.
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