Ampliamento dello stabilimento della Rwm di Domusnovas, nuova bocciatura del Consiglio di Stato
Rigettata la richiesta di revoca che era stata presentata dall’aziendaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il Consiglio di Stato boccia la richiesta di revocazione che la Rwm Italia aveva presentato contro la sentenza dello stesso organo giurisdizionale risalente al 2019: quindi l’ampliamento dello stabilimento di Domusnovas e Iglesias non ha rispettato la normativa vigente.
Una decisione «definitiva e senza possibilità di appello», commentano Italia Nostra Sardegna, Unione Sindacale di Base per la Regione Sardegna e Assotziu Consumadoris Sardigna, «che conferma quanto associazioni, comitati, sindacati e cittadini sostengono ormai da sei anni e cioè che l'ampliamento dello stabilimento Rwm di Domusnovas e Iglesias è del tutto abusivo in quanto l'iter autorizzativo seguito per il rilascio delle autorizzazioni non ha rispettato le leggi e le norme vigenti».
La sentenza del 2019 accoglieva le ragioni delle associazioni sull’obbligatorietà della Valutazione di Impatto Ambientale dell'intero stabilimento: vecchie e nuove strutture produttive.
Il documento ribadisce “il divieto di artificioso frazionamento del progetto per evitarne la sottoposizione a VIA” e pertanto “il progetto di ampliamento dello stabilimento attraverso la realizzazione dei due nuovi reparti R200 e R210 e quello relativo alla realizzazione del Campo Prove 140 avrebbero dovuto essere sottoposti a VIA obbligatoria, sulla base di tutta una serie di argomentazioni”.
Il riferimento è, in particolare, “al codice dell'ambiente, alla normativa europea e al principio di precauzione, anch'esso di derivazione europea".
«Sono serviti tanti anni e numerosi ricorsi per dimostrare quanto appariva ovvio fin dal 2017 e cioè l'illegittimità di numerose autorizzazioni rilasciate con troppa disinvoltura da pubbliche amministrazioni e da pubblici funzionari. Alcuni dei questi dovranno presentarsi il prossimo 3 marzo davanti al giudice di Cagliari, assieme a dirigenti e tecnici della Rwm, per rispondere del reato di falso e di numerosi reati urbanistici», concludono le associazioni.
(Unioneonline/s.s.)