Un tubo della rete idrica attivo che attraversa l'intero Ponte Romano, lungo 135 metri, quanto l'antica struttura, una delle opere ingegneristiche di epoca romana più grandi e meglio conservate della Sardegna che siano pervenute fino ai giorni nostri. La sua presenza rischia di ritardare i lavori di recupero del ponte, appena avviati dai tecnici e assistenti della Soprintendenza che negli anni ha sollecitato la rimozione, con decine di lettere inviate alla società Abbanoa e al Comune di Porto Torres.

Un lungo tubo attivo in pressione che alimenta le abitazioni degli utenti residenti ad ovest del fiume Riu Mannu, una struttura in eternit del diametro di 200 millimetri, la cui pericolosità per le case vicine è determinata dalla sua collocazione esterna invece che interrata, e dal materiale di cui è composto.

La rimozione richiede un intervento ben definito come rifiuto speciale e con una tecnica specifica. Inoltre la sua presenza come elemento di intralcio nella prosecuzione dei lavori di consolidamento del Ponte Romano, per il quale il comitato tecnico scientifico del Mibact ha deliberato la somma di 3 milioni e 300mila euro, richiede una riunione tra Comune e Soprintendenza per coordinare al meglio i lavori di restauro dell'antica struttura romana con quelli previsti e ancora non avviati del Pit fluviale.

"Noi comunque procediamo con un contatto continuo e attivo con Abbanoa - spiega la responsabile del procedimento, l'architetto Patrizia Luciana Tomassetti - tenendo presente il progetto del Comune relativo alla sistemazione dell'alveo dove è previsto lo spostamento del tubo dal Ponte Romano verso uno degli altri ponti vicini. La condotta deve essere spostata e questa è una delle priorità previste".

Intanto i lavori di restauro del ponte sono stati preceduti dagli interventi di bonifica eseguiti dalla ditta specializzata Eurocantieri di Cagliari dell'area per una eventuale presenza di ordigni. "Speriamo sia solo un falso allarme - aggiunge Tomassetti - il metal detector ha rilevato dei segnali di presenza di contaminazioni per elementi ferrosi, che non ci permettono di escludere la presenza di ordigni intesi come schegge o proiettili". Intanto da settembre, prima della ripresa dei lavori di restauro, il Segretariato regionale avvierà la gara d'appalto per lo scavo del Ponte Romano, quasi certamente con una procedura negoziata.
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