«Ho paura che un giorno possa essere io la vittima di un femminicidio». A parlare è una donna, residente in via La Marmora a Sassari, che racconta di essere stata travolta suo malgrado da un vortice di droga e follia innescato dal suo vicino di casa.

«Da dove cominciare? Forse dai coltelli, dalle forbici e i bastoni che lasciava vicino all’ingresso. Erano le armi con cui voleva affrontare altri extracomunitari come lui, e non solo». Siamo in centro storico, giungla urbana dove abbondano i “fiori del male” della cocaina e dell’eroina.

«La bianca e la nera, le due offerte che gli sento dire più spesso affacciato alla finestra». Perché lo smercio negli ultimi mesi è casalingo, dovuto agli arresti domiciliari disposti da un giudice. «Ma adesso sono agli arresti pure io, senza aver fatto niente».

L’uomo infatti, riferisce la donna, consuma le sue giornate tra le mura di una casa senza acqua, nella compravendita di stupefacenti e in un monologo inarrestabile di ore in cui urla, minaccia, impreca contro un interlocutore immaginario. «Poi fa lo stesso all’esterno, provocando senza sosta i passanti. Lanciando oggetti, come una volta l’avvolgibile di casa. E sputando». È una coazione a ripetere la sua, fatta di schizzi di saliva sulle persone, la strada, i muri, le scale della palazzina. In abbinata quando esce con i pugni dati alle auto, le bastonate e quelle vendite da proseguire nonostante la misura cautelare.

«Ha spaccato la serratura dell’ingresso, così adesso è un viavai continuo di clienti. E chiunque può raggiungere la porta del mio appartamento». Gli acquirenti, talvolta, non riescono ad andare molto lontani con la merce, aprendo infatti la portiera dell’automobile per farsi all’interno, e poi partire in condizioni ovviamente alterate. «Le tracce del consumo sono tante, come le lastre di alluminio su cui provano la roba».

Ma questo aspetto è secondario rispetto al comportamento dello straniero, che ha esasperato chi vive nell’area. «Abbiamo dato alle forze dell’ordine un esposto con 60 firme perché qualcuno faccia qualcosa. Anche perché tutti sanno». Le gesta dell’uomo, con chiari problemi mentali, sono note così come il suo frequente aggredire chiunque.

Qualche abitante, per difendersi, ha comprato dello spray urticante ma per la donna questo è un misero deterrente. «Non vivo più e non dormo la notte. Tengo all’oscuro parenti e amici del pericolo che corro e della mia angoscia perché non voglio che si preoccupino. E qui oramai non faccio venire nessuno». Chi è intervenuto durante i vari episodi le ha consigliato di lasciare la casa. «Ma non voglio farlo. È assurdo. Dovrebbe essere lui ad andarsene, non io». Il problema però, conclude, è che «io non ho alcuna tutela e lui può fare quello che vuole. Quando si decideranno a intervenire?».

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