Convertiti sulla via di Saccargia, come si conviene ai petrolieri del sole e del vento. Dell’antica Basilica e di quella infinita distesa di monumenti nuragici che la circonda non gli importa niente, il vil denaro, tradotto in incentivi con molti zero, per questi signori viene prima di tutto. Non è un caso che quel museo a cielo aperto, tra Logudoro e Meilogu, sia oggi il bersaglio preferito dei novelli consumatori a buon mercato di paesaggi e storia.

Nessuna intuizione

Non sono arrivati sin lì per un’intuizione eolica o fotovoltaica, semplicemente hanno scelto di devastare quel proscenio perché a due passi da quel campanile “cesellato” di pietre bianche e nere, nel territorio di Codrongianus, Terna, il braccio elettrico dello Stato, ha deciso di “piantumare” batterie e trasformatori, giusto per rendere la Sardegna ancor più una colonia energetica di Roma. In teoria un “accumulatore seriale” di energia rinnovabile, costruito su una superficie pari a 33 campi da calcio, tutti dedicati allo stoccaggio energetico.

Batteria “calamita”

Una sorta di “calamita” per chi voleva avere la certezza di intascare incentivi e guadagni stellari a suon di vento e sole. Il fatto che quella “batteria” sia stata costruita a due passi da Saccargia ha fatto il resto: per risparmiare in reti di connessione e trasformatori, i “petrolieri” e non solo, hanno deciso di circondare quell’area carica di storia e paesaggi. I numeri non raccontano sino in fondo lo scempio che rischia di consumarsi su quell’orizzonte millenario, ma sono una fotografia senza appello della devastazione che incombe. I parchi eolici proposti intorno a quell’oasi monumentale sono sette, per complessive 87 ciclopiche pale da 200 metri d’altezza ciascuna, per ben 480 megawatt di potenza elettrica, quasi quanto la centrale di Fiumesanto, tutto tra Ploaghe, Nulvi, Osilo e Codrongianus. Una “calata” barbarica tutta protesa a devastare paesaggi monumentali, beni culturali e archeologici, nonostante i pareri contrari di Ministeri e Soprintendenza.

Fotoinserimenti shock

Basta scorrere quelle migliaia di pagine per rendersi conto che il più delle volte gli enti preposti sono costretti a chiedere due o tre volte il documento cruciale dei “fotoinserimenti”, il cosiddetto “rendering”, quello che consente, attraverso diversi punti di osservazione, di simulare la “visibilità” di quelle pale sul proscenio nuragico o paesaggistico. Il risultato è semplicemente disarmante. Le immagini sono eloquenti come “cazzotti” in pieno volto. La descrizione della “prova” è una didascalia che ignora i nuraghi in primo piano, trattati alla stregua di un ignaro cumulo di pietre.

Petrolieri del vento

Tra i “novelli affettatori” di vento nell’eremo di Saccargia c’è di tutto e di più, dai petrolieri della Erg, la storica Edoardo Raffineria Garrone, per arrivare alla Repsol, la multinazionale pubblica energetica e petrolchimica spagnola. La prima, la Erg, è protagonista di una vera e propria gratificazione statale: il Governo Draghi, nonostante tutte le contrarietà e persino i giudizi contrari di Tar e Consiglio di Stato, su quel devastante progetto, ha reiterato “la prevalenza” delle rinnovabili rispetto a paesaggio e beni culturali approvando per l’ennesima volta quel progetto di “potenziamento”, tra le altre cose consentito anche dall’inutile moratoria regionale.

Su Saccargia pale giganti

Un piano per sostituire le vecchie pale, alte 50 metri, volute e approvate nei primi anni duemila dai Comuni di Nulvi e Ploaghe, autorizzate da Soprintendenze varie, e che erano state comunque eliminate dal crinale davanti alla Basilica. A sostituirle ora ci saranno aerogeneratori di ultima generazione alti ben 200 metri, devastanti sul proscenio di Saccargia. Nonostante il progetto sia stato “gratificato” dal lasciapassare di Draghi & company, la Regione ora potrebbe, alla luce della contrarietà espressa negli anni passati, non rilasciare l’autorizzazione unica di competenza regionale motivandola con i pareri espressi formalmente dagli uffici sardi. Una decisione che sarà una vera e propria prova regina delle reali intenzioni di Viale Trento su progetti come questo in grado di devastare “irrimediabilmente” un immenso patrimonio storico e paesaggistico. Ad oggi, però, la Giunta regionale non ha adottato alcun atto per bloccare quel progetto, astenendosi da un chiaro indirizzo per il diniego di quell’autorizzazione.

Un milione di utenti

Su quel crinale di Saccargia, ora, con il nome in codice di “Marte srl”, compare direttamente l’Enel che vorrebbe infilzare il paesaggio con ben 8 mostri eolici da 200 metri ciascuno. Ai piani eolici si aggiungono quelli fotovoltaici e agrivoltaici che circondano l’intera area. I progetti presentati superano i 526 megawatt, pari a 2000 ettari di pannelli.

Paesaggio industriale

Insomma, da paesaggio storico a paesaggio industriale. Ultima annotazione: la somma dei megawatt di fotovoltaico e eolico porta ad una potenza elettrica di oltre 1000 megawatt, la stessa necessaria per dare energia a quasi un milione di utenti. Nulvi, Ploaghe e Codrongianus, messi assieme, però, non superano nemmeno i 9mila abitanti.

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