Un lungo applauso come chiunque muoia non nell'anonimato della propria famiglia, ma nell'abbraccio di chi è stato davvero amico.

Così è stato accolto, nella chiesa dello Spirito Santo, il feretro di Mario Sedda, il giovane di Porto Torres ucciso a 39 anni con un coltello conficcato nel cranio.

Il suo corpo era stato rinvenuto nel pomeriggio del primo aprile tra i cespugli di via Sassari e ad un primo esame del medico legale le cause della morte erano sembrate naturali. Invece le indagini hanno dato una svolta all'episodio, un caso di omicidio volontario, ed ora si indaga a tutto campo.

Davanti alla chiesa è stata intonata una "Canzone arrabbiata" di Nino Rota, un brano che Mario adorava e esprime la rabbia degi amici e dei parenti per questa morte violenta.

"Ma Mario non è andato via, non lo abbiamo perso, ma è soltanto finito tra le braccia misericordiose di Dio", così il parroco don Boniface Da si esprime durante l'omelia.

"I poveri, gli ultimi sono quelle persone che Gesù accoglie con amore". Poi in fondo alla chiesa si alza una voce incantevole e, tra le note di "Deus Ti salvet Maria", la gente si ferma e piange. Momenti di commozione, di lacrime e di pensieri, e c'è pure chi fuori la parrocchia brinda per lui, per l'ultimo saluto: "Ciao Mario".
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