La barca sparita, lo scooter lasciato in prossimità della banchina Alti fondali a Porto Torres, la posizione dei dispersi al momento del naufragio. «Spero che Giovannino, adesso che è stato dimesso, faccia mente locale perchè possa ricordare e dare informazioni utili a far luce sulla vicenda, e farci capire dove potrebbe essere mio fratello, sparito da nove giorni».

Raggiunta al telefono Nadia Calvia, sorella di Davide, il pescatore sassarese di 38 anni, disperso da mercoledì 12 aprile, non si dà pace. Ha raccolto tutte le informazioni sul caso. «Ma sono contradditorie, poco convincenti, a partire dal punto esatto del naufragio». 

Troppe versioni contrastanti, incongruenze e tasselli che mancano. «Quello che chiediamo è soltanto conoscere la verità per capire se mio fratello è ancora vivo, e lo vogliamo sperare insieme a mia madre che soffre perché attende un figlio, oppure se dobbiamo dargli una giusta sepoltura».

Ha cercato conferme da suo cugino Giovannino Pinna, il pescatore sassarese 35enne, che proprio ieri, giovedì 20 aprile, è stato dimesso dal Santissima Annunziata. Era stato ricoverato in stato di coma per ipotermia, dopo 27 ore in acqua, in balia delle onde. Si era miracolosamente salvato raggiungendo la spiaggia del Porchile, al nono pettine sulla Marina di Sorso, il punto da cui erano ripartite le ricerche per tentare di trovare Davide Calvia.

Adesso Pinna potrà essere ascoltato dal pubblico ministero Lara Senatore, titolare della inchiesta aperta dalla Procura di Sassari per tentare di ricostruire la vicenda. «Dopo il ritrovamento di Giovannino, la prima cosa che ho pensato è stata quella di accertarmi che Davide avesse anche lui la muta al momento del naufragio, capire se poteva essere ancora vivo, perché sapevo che mio fratello non ne possedeva alcuna», spiega Nadia Calvia, «così ho chiesto a mia zia di interrogare Giovanni e di riferirmi questo particolare dall’ospedale». «Davide aveva il giubbotto salvagente, mi disse mia zia, ma sulla muta è rimasta vaga. Poi ha proseguito nel dirmi che Giovanni continuava a piangere perché ha tentato di tenerlo per il giubbotto ma lo ha perso di vista ed è annegato. Però penso che un corpo che annega ritorni a galla».

La sorella di Davide vuole capire, troppi i punti da chiarire. Dubbi anche sulla posizione del naufragio. «A Ezzi Mannu o a Marritza?» ,si chiede Nadia «due allarmi diversi, quindi potevano avere l’intenzione di depistare le ricerche per nascondere il furto ipotetico della barca».

Sulla imbarcazione sparita a Porto Torres si cercano elementi di riscontro sulle attrezzature presenti a bordo. Un altro mistero che lascia tanti interrogativi. «Sulle ricerche non ho dubbi che Capitaneria e vigili del fuoco - sottolinea Nadia - insieme a tutte le forze in campo abbiano fatto il possibile per trovare mio fratello e mio cugino nel momento del naufragio, e anche questo è un elemento strano». 

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