Maxi-operazione antidroga coordinata dai carabinieri di Sassari.

Alle prime luci dell’alba circa 300 militari hanno eseguito 39 ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip del Tribunale sassarese su richiesta del pm della locale Procura della Repubblica, nei confronti di altrettante persone - 37 nigeriani e 2 italiani (una 35enne e un 29enne di Sassari) - accusate di produzione, traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti. Sedici sono finite in carcere, le restanti tredici agli arresti domiciliari.

Al centro delle indagini, un traffico di decine di chili di eroina e cocaina (anche 10 al mese) che arrivavano a Sassari dall’estero e da diverse regioni italiane per poi essere immessi sul mercato dello spaccio in varie zone della Sardegna.

La "rotta della droga" collegava l'Isola con la Malesia e con l'Olanda, ma anche con il Veneto e il Piemonte. Perquisizioni sono scattate non solo a Sassari, ma anche a Napoli, Aversa, Vicenza,

Torino e Amsterdam.

Le indagini sono iniziate tra il novembre 2018 e il marzo 2019 negli aeroporti di Alghero e di Cagliari e alla stazione ferroviaria di Sassari in seguito ad alcuni sequestri di sostanze stupefacenti, introdotte e trasportate anche grazie all'ausilio dei cosiddetti ovulatori, ovvero complici disposti a ingerire ingenti quantitativi di droga per sfuggire ai controlli.

In altri casi la droga era nascosta in pacchi postali, spacciati come contenenti giocattoli, come quello proveniente da Kuala Lumpur intercettato dalla forze dell'ordine.

L'inchiesta, condotta dall'Arma in collaborazione con le forze dell'ordine dei Paesi coinvolti, ha permesso di accertare tre diversi livelli che caratterizzavano il sistema dell’approvvigionamento e della distribuzione dello stupefacente: "All’apice - scrivono gli inquirenti - c'era un personaggio di altissimo spessore criminale, destinatario di mandato di arresto europeo, e ad oggi ancora ricercato, capace di organizzare importanti trasporti internazionali e considerato il fornitore all'ingrosso della droga".

Poi c'era "un livello intermedio rappresentato da coloro che erano i fornitori 'mediati' ovvero quelli incaricati di pagare e accogliere i corrieri e che fungevano da tramite con i venditori al dettaglio delle partite di sostanza stupefacente vendute sul mercato".

Infine "un terzo livello era impersonato da alcune decine di indagati col ruolo di corriere e altri con quello di spacciatore professionista".

(Unioneonline/l.f.)

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LA CONFERENZA STAMPA (Video di G.Calvi):

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