Ad aspettarli in Regione c'è la Quinta Commissione Consiliare.

Il sindaco di Ossi, Giovanni Serra, insieme alla giunta comunale e alla minoranza hanno preso posto, questa mattina, attorno a un tavolo di trattative per dire "no" alla ripresa dell'attività estrattiva nella cava di Su Padru a Ossi

Autorizzazione ricevuta qualche mese fa per comunicare l'inizio dei lavori entro sessanta giorni.

Una decisione non gradita dal comune e dagli stessi cittadini che sono pronti a tutto pur di impedirlo, tanto da scrivere agli organi competenti per chiederne la revoca.

"Oltre al danno anche la beffa - ha detto il primo cittadino - i lavori avranno durata di dieci anni e a favore di una società sassarese, nessun tornaconto per la mia comunità e per il territorio".

La cava inattiva dal 2010 potrà riprendere l'estrazione di sabbie silicee a uso civile e industriale attraverso l'utilizzo di mine esplosive. Rispetto al passato, però, le cose sono cambiate: si è esteso il centro urbano a soli 150 metri, un centro ecologico, una tensostruttura, un campo sportivo e un deposito del gas.

A rendere il tutto inaccettabile è anche la vicinanza ai siti archeologici e alle "domus de Janas" a pochi passi dalla cava, tra Muros e Ossi.

"Pensavamo che questo incubo fosse finito - ha detto un cittadino - non posso accettare che la mia casa riprenda a tremare".

Crepe sui muri delle abitazioni, polveri nell'aria, inquinamento e disastro ambientale sono dunque le motivazioni che hanno spinto il paese a opporsi, nel tentativo di ottenere invece il ripristino ambientale a favore della valorizzazione del territorio e a tutela degli stessi abitanti.
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