Sardegna sotto accusa: «La Regione non risponde sulle richieste di suicidio assistito»
L’associazione Luca Coscioni denuncia: «Negato l’accesso agli atti» e annuncia una serie di mobilitazioni fino al 13 aprilePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Sembra aleggiare il silenzio in Sardegna intorno a un tema che tocca la vita e la libertà di scelta di ogni cittadino: il suicidio assistito. L’associazione Luca Coscioni, che da anni combatte per il diritto alla morte volontaria assistita, ha presentato una serie di richieste di accesso agli atti in tutte le Regioni italiane per ottenere informazioni sulle richieste pervenute alle aziende sanitarie dal 2020 a oggi, quando la sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale ha sancito la legalità della morte volontaria assistita in determinate condizioni. Eppure, mentre in ben 11 Regioni italiane sono stati resi noti i dati, in Sardegna la risposta della Regione pare sia stata negativa.
«La richiesta non può essere accolta poiché gli Uffici non sono in possesso delle notizie richieste». È con queste parole che la Regione Sardegna avrebbe risposto all’associazione Luca Coscioni.
Questo nonostante Piemonte, Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna e altre ancora abbiano condiviso almeno 51 richieste di suicidio assistito, la Sardegna “si rifiuta di trasmettere i dati, creando un’ombra di opacità su un tema così delicato e importante”.
Questa risposta, che arriva dopo l’annuncio pubblico da parte dei gruppi di maggioranza in Sardegna di aver sottoscritto la proposta di legge sul fine vita nel novembre 2024, alimenta però ulteriori dubbi sulla reale volontà politica di affrontare il tema del suicidio assistito nell’Isola. E, nonostante le promesse, la discussione nell’Aula di via Roma a Cagliari non è ancora stata calendarizzata.
«La Regione Sardegna, un caso raro nel panorama nazionale, risponde dicendo di non possedere alcuna informazione sulle richieste di suicidio medicalmente assistito. Questo è inaccettabile», affermano Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente segretaria nazionale e Tesoriere dell’associazione Luca Coscioni. «Il momento degli annunci è finito, ora serve concretezza. È urgente che l’Aula calendarizzi la proposta di legge e che la Regione garantisca trasparenza su una tematica che riguarda la libertà di scelta di ogni cittadino».
L’associazione ha così deciso di scendere in campo con una mobilitazione a livello regionale, che durerà fino al 13 aprile, per sensibilizzare la comunità e premere affinché la Sardegna non resti indietro.