È ancora mistero sulla morte di Giovanni Marchionni, il 21enne di Bacoli trovato privo di vita, la mattina dell’8 agosto, nella cabina di uno yacht ormeggiato a Portisco.

Oggi i consulenti della pm Milena Aucone hanno esaminato alcuni settori del Gravia, la barca della tragedia, concentrando gli accertamenti tecnici sul vano batterie e sul serbatoio delle acque nere dell’imbarcazione.

La pm aveva chiesto di rilevare tracce di sostanze tossiche, potenzialmente letali e in astratto ricollegabili al decesso del giovane, ma non è stata trovata alcuna anomalia, almeno per ora, che spieghi le presunte esalazioni mortali.

Presenti anche i legali della proprietaria dello yacht, Anna Di Luggo (che non è indagata), gli avvocati Giampaolo Murrighile e Sebastiano Giaquinto, e i legali della famiglia della vittima, Gabriele Satta e Maurizio Capozzo.

La direzione dell’Inail di Napoli ha aperto un fascicolo ipotizzando, di fatto, una morte bianca. Ma la Procura di Tempio appare più prudente, con i consulenti che dovranno ora svolgere ulteriori accertamenti.

La madre del giovane di Bacoli, Ines Marrone, e il sindaco del suo centro campano di origine, Josi Gerardo Della Ragione, sono nel frattempo tornati oggi sui social chiedendo la verità, in una storia che definiscono ancora «ricca di troppe ombre».

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