Capoterra, il Comune punta a concessioni di cinque anni per i capanni dei cacciatori
Ma l’ultima parola spetta alla Regione, le concessioni al momento sono annuali(Foto Murgana)
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Concessioni più lunghe rispetto a quelle annuali in modo da permettere a tutti di usufruire dei capanni di montagna costruiti dai cacciatori: durante l’ultimo Consiglio comunale, l’amministrazione Garau ha inserito nel Puc la possibilità di prolungare la permanenza delle strutture in legno sino a cinque anni.
La parola, ora, passerà alla Regione, che dovrà valutare l’iniziativa del Comune, che punta a offrire a escursionisti e amanti della montagna bivacchi e rifugi aperti tutto l’anno. Il sindaco, Beniamino Garau, spiega l’obiettivo dell’iniziativa: “Puntiamo a trasformare i capanni costruiti ogni anno dai cacciatori in luoghi in grado di accogliere chi frequenta la montagna in ogni stagione. Siamo fiduciosi che la nostra proposta possa essere accolta, a settembre avremo un incontro tecnico con la Regione per concretizzare questo progetto. Tenere aperte queste strutture ben oltre il periodo della stagione venatoria significa offrire un servizio per gli appassionati del trekking, cercatori di funghi, sportivi e a tutti quelli che frequentano la montagna: rifugi e bivacchi sono presenti in tutta Italia, e rappresentano un valore aggiunto per l’offerta turistica”.
Dodici sono le compagnie di caccia che gravitano nel territorio montano di Capoterra, altrettanti potrebbero essere i capanni che, concluso il periodo della caccia grossa, potrebbero essere messi a disposizione di chi si trova da quelle parti e decide di trascorrere una notte oppure anche qualche ora all’interno di queste casupole in legno. Pietro Frongia, consigliere comunale di maggioranza e cacciatore di lungo corso, spiega come a Capoterra, doppiette e battitori, siano pronti a rispettare le regole che verranno imposte dalla Regione: “Siamo d’accordo sul fatto che i capanni dovranno essere realizzati in legno, e senza l’utilizzo di altri materiali non compatibili con l’ambiente circostante. Inoltre ogni compagnia si impegnerebbe a metterli a disposizione di chiunque, dopo i tre mesi del periodo venatorio. Per le compagnie costruire ogni anno i capanni prima della stagione della caccia, per poi smontarli pochi mesi dopo è un grosso sacrificio: una concessione di quattro o cinque anni, eventualmente anche non rinnovabile per chi non rispetta le regole, sarebbe la soluzione migliore. Ci auguriamo questa idea vada in porto, non solo per noi cacciatori, ma per tutti gli amanti della montagna”.