Da Tempio a Sassari, fino ad arrivare al carcere di Uta.

Dopo sei mesi di trasferimenti da un penitenziario all'altro, G.P., 36enne di Napoli detenuto nella sezione di alta sicurezza, è ancora in attesa di un intervento chirurgico per risolvere i problemi legati alla sua ipercalcemia, malattia che accresce il livello di calcio nel sangue, determinando lo sviluppo esponenziale di calcoli delle vie urinarie.

La denuncia arriva dalla presidente di Socialismo diritti riforme, Maria Grazia Caligaris, che ripercorre il calvario del detenuto: "È stato trasferito dalla casa di Tempio a Sassari per affrontare con maggiore rapidità l'intervento chirurgico urologico. Poi è arrivato a Uta per sottoporsi all'asportazione delle ghiandole paratiroidee: le sue condizioni destano preoccupazione".

Secondo Caligaris, "lo stato di sofferenza contrasta con la possibilità di scontare la pena in modo adeguato. Il detenuto, secondo quanto riferiscono i parenti, lamenta forti dolori conseguenti a una calcolosi renale. Le liste d'attesa anche per l'asportazione delle ghiandole paratiroidee sono piuttosto lunghe ma la situazione richiede un'accelerazione in quanto c'è il rischio che l'uomo perda la funzionalità renale per atrofia dell'organo. L'auspicio è che le sollecitazioni dei familiari e degli operatori sanitari del carcere possano trovare ascolto al più presto anche perché G.P. deve subire un secondo intervento a Sassari per l'asportazione di una cannula inserita per favorire l'espulsione dei calcoli".

Lorenzo Ena
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