Una madre sconvolta dalla morte del proprio figlio, trovato con una corda al collo attaccata a una trave nel giardino di casa, chiede con forza che si indaghi, perché "mio figlio non si sarebbe mai tolto la vita: credo che qualcuno l'abbia avvelenato e poi impiccato".

Laura Arisci dice questo del figlio Gianluca Pau, 45 anni, di Assemini, trovato morto sabato scorso dalla figlioletta di 12 anni che era andata a cercarlo dopo uno strano messaggio e dopo non averlo più sentito dal pomeriggio di quel giorno intorno alle 15.

La mamma sostiene che con lui ci fosse qualcuno: "Nella cucina della sua abitazione sono stati trovati due bicchiedi appena lavati e una bottigilia di mirto iniziata. Con lui c'era qualcuno. Gianluca non era solito consumare alcolici", e continua nel suo racconto a L'Unione Sarda: "Per cinque mesi ha convissuto con una ragazza russa, con la quale aveva interrotto la relazione due settimane fa, dopo una violenta lite".

Gianluca era divorziato da un anno, da poco aveva iniziato la storia con questa ragazza che lavorava in un locale notturno. "Poco per volta l'aveva convinta a lasciare quell'attività. Potrebbe essere questa una delle ragioni per cui qualcuno gliel'ha fatta pagare".

Ipotesi che la donna desume anche dal fatto che il cadavere del figlio fosse piegato e toccasse il terreno coi piedi, "occhi e bocca erano chiusi"; ma l'autopsia dice che il decesso è avvenuto per impiccagione.

"Esporrò i miei dubbi ai carabinieri. Gianluca non avrebbe mai lasciato sua figlia, insieme dovevano partire per Barcellona".

Dice che nessuno crede al suicidio. E c'è un fatto inquietante che la convince ancora di più: "Alle 15, 15 di sabato Gianluca ha inviato un messaggio alla figlia col codice pin del cellulare accompagnato dalla frase 'Questo è per te'. Non so se volesse lanciare un allarme. Per diverse ore non siamo riuscite a metterci in contatto con lui, poi siamo andate a casa sua. Il cadavere è stato trovato dalla figlia alle 19".

La diperazione di questa madre, vedova, che aveva in Gianluca il suo appoggio e che "diceva sempre che io e sua figlia eravamo le donne della sua vita. Appena mi riprenderò, girerò per Assemini con la sua foto alla ricerca di qualcuno che dica con chi era sabato pomeriggio".
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