"Non sono un truffatore". Roberto Diomedi, il 51enne di Sinnai indagato come “mente” del sistema piramidale che per la Procura di Cagliari avrebbe raggirato migliaia di investitori in tutta Italia per un valore complessivo di 4 milioni e mezzo di euro, respinge le accuse.

Lo ha fatto rispondendo per due ore e mezzo alle domande del giudice per le indagini preliminari Ermengarda Ferrarese e provando a dare una spiegazione sulla sua attività.

Difeso dall'avvocato Antonello Garau, l'ex borker finanziario - rinchiuso da alcuni giorni nel carcere di Uta, dopo l'arresto non appena atterrato all'aeroporto di Elmas - ha anche ribadito di essere autorizzato da concessioni ottenute in Inghilterra.

La sorella, Barbara Diomedi, difesa dall'avvocato Pierandrea Setzu e finita invece ai domiciliari, si è avvalsa della facoltà di non rispondere.

La misura cautelare comprende anche quattro destinatari di obblighi di dimora e altri sei denunciati a piede libero.

Le indagini sono condotte da Guardia di Finanza e Polizia Postale e dirette dal sostituto procuratore Diana Lecca.

Le ipotesi di reato sono, a vario titolo, quelle di associazione a delinquere finalizzata all'abusivismo finanziario, truffa, riciclaggio e l'autoriciclaggio.

Per la Procura il gruppo avrebbe messo in piedi uno "schema Ponzi" con le vittime che venivano attirate a investire con la promessa di interessi anche del 5% mensile, ma poi a fine anno agli investitori non versavano nulla o quasi e non restituivano il capitale investito. Secondo il metodo utilizzato in sequenza, infatti, alcuni investitori venivano ripagati da iniziali rendimenti particolarmente favorevoli in tempi molto brevi, ma con fondi raccolti dai nuovi clienti.

Come detto, Diomedi avrebbe negato che si trattasse di una truffa, ribadendo che i piani d'investimento erano reali e che avrebbero fruttato nel tempo, ma non con rendimenti così alti come quelli ipotizzati dagli inquirenti. 

(Unioneonline/l.f.)

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