Il 19 luglio del 1992 moriva a Palermo Paolo Borsellino, nell'esplosione della Fiat 126, imbottita di tritolo dalla Mafia, parcheggiata sotto casa della mamma del magistrato.

Con lui sono morti cinque agenti di scorta, tra i quali Emanuela Loi. Che insieme ai colleghi Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, proteggeva Borsellino dalla concreta possibilità di attentati soprattutto dopo la strage di Capaci, perpetrata per far fuori l'altro giudice scomodo per la mafia, Giovanni Falcone.

LA CERIMONIA - Domani il comune di Sestu, luogo di origine di Emanuela, con con la polizia di Stato e alcune associazioni ha organizzato la manifestazione "Noi non dimentichiamo".

Nella chiesa di San Giorgio Martire sarà l'arcivescovo di Cagliari Arrigo Miglio a ricordare Emanuela. Mentre il sindaco Paola Secci, con le autorità militari e civili, familiari e associazioni di volontariato, deporrà una corona di fiori sulla tomba dell'agente di scorta di Paolo Borsellino.

L'OMAGGIO DI PALERMO - Sarà Roberto Lindiri, agente per la tutela personale di Giovanni Falcone, a depositare un cuscino di fiori proprio per conto della Questura del capoluogo siciliano.

Lindiri contribuì, nel 1989, a sventare l'attentato alla villa dell'Addaura, affittata da Falcone per il periodo estivo, sulla costa siciliana vicino a Palermo.

IN RICORDO DI EMANUELA - La cerimonia proseguirà con l'inaugurazione, nella Casa Ofelia, della mostra "Falcone e Borsellino" e, in serata, in piazza Primo Maggio scambio di interventi e testimonianze per "non dimenticare" le stragi di mafia e tutti coloro che sono caduti compiendo il proprio dovere come Emanuela Loi.

(Redazione Online/m.c.)

LA STORIA DI EMANUELA LOI:

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