Lo strascico che verrà ricordato del matrimonio di sabato scorso a Nostra Signora delle Grazie non sarà quello della sposa, ma quello sui social con la polemica tra il fotografo e il sacerdote, don Franco Puddu, accusato pubblicamente su Facebook di aver quasi rovinato la festa degli sposi, tornati da Aosta nella loro città d'origine per celebrare le nozze. A dar fuoco alle polveri è stato Alessio Todde, incaricato di immortalare tutte le fasi della cerimonia.

La polemica

«Si era capito subito che il sacerdote era particolarmente nervoso senza alcun valido motivo già prima della messa», si legge nel post pubblicato da Todde su Facebook, «L'atteggiamento del prete nei confronti di fotografo e videomaker ha dell'incredibile! Trattati come i mercanti nel tempio, senza alcun rispetto: con occhiatacce di disprezzo e fastidio. Ricordo che siamo cerimonialisti con decenni di esperienza con tanto di studio e partita Iva, non improvvisati dell'ultim'ora. Conosciamo a menadito i momenti in cui intervenire durante le celebrazioni delle nozze e manteniamo un atteggiamento rispettoso e professionale».

Il responsabile del servizio fotografico ha lamentato che, durante le riprese, lui e gli assistenti siano stati «presi letteralmente ad urla dal prete che voleva assolutamente una distanza di due metri dagli sposi, per giunta di profilo, senza uno straccio di ripresa leggermente frontale, come sempre accade in tutte le parrocchie: Bonaria e Cattedrale comprese. Bastava un piede sul gradino che provocava reazioni inconsulte. La messa è stata officiata in un clima gelido, completamente distaccato dall'assemblea: praticamente il disbrigo di una pratica burocratica, esecuzione in pieno stile "Savonarola"». Il professionista ha anche sottolineato che don Puddu avrebbe avuto da ridire anche con il violinista e con il fioraio.

La replica

«Credo che il fotografo, nella sua testimonianza autoreferenziale», ribatte don Franco Puddu, che sostiene di aver subito chiarito le divergenze sia con il violinista che con il fioraio, «abbia voluto dare una coloritura del tutto personale, forse piccato del trattamento secondo lui ricevuto, senza notare neanche la cortesia e la pazienza espressa in tutta la celebrazione, nonostante avessimo iniziato in ritardo, (dovendosi poi fare altre celebrazioni dopo il matrimonio)».

Un botta e risposta, quello tra il sacerdote e il fotografo che è proseguito sui social. «Non essendoci stato un sopralluogo operativo», prosegue il parroco, «abbiamo concordato solo all'ultimo momento, all'ingresso mentre si attendeva che arrivasse la sposa, che la nostra chiesa consentiva solo scatti a lunga e media distanza. L'esecuzione continua per tutto il rito in primo piano avrebbe esposto l'operatore ad essere continuamente presente nello scenario della celebrazione liturgica. E questo diturba».

Sulla questione è intervenuto anche lo sposo, sempre via Facebook. «Non sono qui per fare polemiche», sottolinea, «quello che ha sconcertato, ad un certo punto della celebrazione, è che ci siano state delle urla da parte di don Franco verso il fotografo. Tralasciando questo piccolo inconveniente, la cosa principale è stata fatta: sposare mia moglie». 

Francesco Pinna

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