Un centinaio di uomini stanno battendo l'alveo del Rio Mannu dove si teme possa essere finito il pastore campano scomparso mercoledì sera nelle montagne di Capo Ferrato dove si abbatteva una autentica bomba d'acqua.

I carabinieri stanno anche cercando di ricostruire i movimenti precedenti del giovane, Nicola Campitiello.

Sembra accertato che si trovasse assieme ad un altro pastore che poi ha dato l'allarme.

L'ipotesi è che si sia subito mosso per recuperare le pecore impaurite dai tuoni, dai lampi e dalla violenza delle acque che in un attimo hanno ingrossato il rio Mannu creando un bacino enorme d'acqua.

Campitiello potrebbe essere stato risucchiato da quell'inferno anche se la speranza è che sia comunque riuscito a trovare un punto di salvezza dal quale non ha la possibilità di muoversi.

Così le ricerche, oltre che sul corso del fiume e sul mare di Capo ferrato, continuano anche nell'interno: mobilitati forestali, vigili del fuoco, carabinieri, il Cai, squadre speciali arrivate dalla Toscana.

La speranza resta in piedi: per oggi sono attesi anche i familiari dello scomparso.

Intanto a Castiadas, Muravera, San Vito e Villaputzu i sindaci Eugenio Murgioni, Marco Siddi, Sandro Porcu e Marco Falchi hanno predisposto diversi interventi per superare l'emergenza.

Due inglesi che si sono trovati in difficoltà a Tuerra sono stati alloggiati in un albergo a Muravera, tanti i pastori soccorsi dopo essere rimasti prigionieri in montagna da strade trasformate in un pietraia dalla violenza del nubifragio.

I Comuni di Muravera e Castiadas hanno già proclamato lo stato di calamità. Nel Sarrabus si parla di danni per almeno 50 milioni. Distrutte le strade ma danneggiate anche le campagne con aranceti e altre colture sepolti dall'acqua o spazzati via.

Antonio Serreli

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