Dopo l'allarme lanciato nei giorni scorsi dai pastori quartesi, messi in ginocchio dalla lingua blu, per il mancato ritiro delle carcasse dei capi morti, il Comune ha ripreso il servizio a pieno regime.

Risolte tutte le questioni burocratiche, la ditta privata incaricata, sta di nuovo facendo la spola da un ovile all'altro nelle campagne, per portare via le pecore che sono state vinte dalla febbre catarrale degli ovini.

Discorso diverso per i capi in decomposizione: come prevede la legge, in questo caso sono i pastori che dovranno provvedere a interrarle.

Intanto, purtroppo, il virus non concede tregua.

Le pecore continuano ad ammalarsi una dopo l'altra e a mostrare i classici sintomi della patologia come febbre, zoppia e tremori.

La disperazione regna sovrana e gli ovili, uno dopo l'altro, vengono messi sotto sequestro sanitario e vigilanza ufficiale con il divieto di movimentazione dei capi e l'obbligo del censimento dei malati e di quelli deceduti.

Il danno peggiore è che ad ammalarsi siano soprattutto le pecore gravide.

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