Pimentel, bando di ristrutturazione e riconversione dei vigneti: emergono criticità
Dubbi sulla nuova documentazione richiesta per ottenere il contributo. Il primo cittadino: «Non ha senso»Dal bando di ristrutturazione e riconversione dei vigneti del Programma Nazionale di Sostegno del settore vino, che permette di ottenere un finanziamento per un progetto di lavorazione dei vigneti, emergono delle criticità.
Più precisamente il problema riguarda la nuova documentazione richiesta per ottenere il contributo: una rendicontazione del 30% delle spese sostenute fino al 15 ottobre entro dicembre 2023, nonostante per terminare il progetto siano concessi fino a tre anni. «Che senso ha rendicontare le spese sostenute il primo anno, se mi sono concessi tre anni per chiudere il progetto?» si domanda Damiano Aresu, primo cittadino di Pimentel nonché agronomo.
Tra le spese ammesse per il rendiconto richiesto è possibile inserire sia le cosiddette “spese generali”, ovvero quelle legate alla progettazione del vigneto, che le attività svolte in economia, ossia quelle eseguite direttamente dall’agricoltore o dai suoi dipendenti sotto forma di prestazioni di lavoro. Inoltre le spese del primo anno non sono così elevate come si potrebbe pensare: le prime attività da svolgere infatti, come arare il terreno o estirpare il vecchio vigneto, non richiedono spese eccessive. «Questa richiesta fa un po’ a pugni con il bando stesso», afferma Aresu.
Un’altra criticità emerge dopo la comunicazione dell’Assessorato dell’Agricoltura e Riforma Agropastorale del 6 ottobre 2023. Se infatti in un primo momento tra le spese per la rendicontazione era possibile inserire anche le spese generali, in seguito a tale comunicazione non sono più considerate operazioni agronomiche. «L’agricoltore paga un tecnico per il progetto, perchè non considerare anche queste spese tra quelle ammesse per ottenere l’anticipo?» prosegue Aresu.
Dalla mancata rendicontazione delle spese generali infatti derivano due conseguenze importanti: senza tali spese le rendicontazioni degli anticipi non raggiungono il 30% delle spese richieste, ma soprattutto la pubblicazione di questa comunicazione è avvenuta a ridosso del 15 ottobre, data indicata come scadenza per le spese da rendicontare. In questo modo a tutti coloro che avevano già presentato la rendicontazione non solo verrà revocato il contributo concesso, con conseguente recupero dell’anticipo erogato maggiorato del 10%, ma non potranno presentare domande di aiuto per i successivi tre anni. «Tutto questo è una follia — commenta Aresu — questo non danneggia solo le aziende, ma lo sviluppo di interi territori a vocazione viticola».
Al momento gli ordini professionali sono al lavoro per trovare una soluzione e risolvere tali problemi burocratici. «È ora di trovare una soluzione a queste criticità, speriamo che ciò avvenga in tempi brevi» chiude Aresu.