Dopo l'alluvione dell'ottobre scorso, sedici aziende agricole hanno deciso di passare alle vie legali per il grave stato delle opere idrauliche lungo l'asta fluviale del Rio Corr'e Pruna in agro di Muravera e San Vito.

Già nel 2011, con un esposto alla Procura della Repubblica, al Corpo Forestale ed al Nucleo Ecologico dei Carabinieri, 70 firmatari della zona di Muravera e San Vito avevano denunciato lo stato di abbandono del fiume, che attraversando le campagne di Tuerra e Muravera confluisce poi nel Rio Picocca.

Il 10 ottobre del 2010 si sfiorò anche la tragedia: il Rio era stato pulito a monte lasciandolo ostruito a valle, e la piena esondò nella strada provinciale a causa dell'alveo bloccato da una vera e propria foresta di alberi e canne. Un'auto venne travolta dalle acque e a stento la persona a bordo fu estratta dal veicolo.

Il 10 ottobre scorso, altra alluvione, e come sempre accade da decenni una nuova esondazione del Corr'e Pruna in più punti, con caduta degli argini, inondazione di abitazioni ed agrumeti con relativa caduta di buona parte della frutta, e conseguenti e ingentissimi danni. Ciò che è ancora più grave è che gli argini, riparati in via provvisoria per intervento di soccorso del Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale, sono ad oggi pericolosamente bassi e da ristrutturare adeguatamente, compresa la strada per le spiagge di Feraxi, travolta e ridotta ora ad una pista.

La grave situazione idrogeologica richiederebbe un progetto innovativo, dato che l'Idrovora di Mardexiu, a funzionamento elettrico, durante le alluvioni non parte mai e infatti la corrente in quei frangenti viene sempre a mancare.

"Per evitare i disastri a Tuerra, Perdu Foddis e Mardexiu - dicono i i proprietari delle aziende colpite - servono delle paratie sollevabili manualmente, con semplici manovelle, una soluzione che eviterebbe danni e spreco di soldi pubblici. Servirebbe inoltre allargare, a valle del desabbiatore di Tuerra, il Rio Corre Pruna, come già fatto più a monte".

Le 16 aziende hanno presentato attraverso i loro legali l'elenco degli interventi di prevenzione e ritengono di dover essere convocate e consultate in fase progettuale. "Conosciamo bene il territorio da una vita. Basta - dice Giuseppe Bellosi, produttore di miele - con i progetti fatti solo sulla scrivania, i progettisti ci devono ascoltare. Siamo stufi che ad ogni evento di piena si ripetano gli stessi danni. Se non avremo riscontri precisi, cominceremo la protesta stracciando le tessere elettorali davanti ai seggi".
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