Il caso Fluorsid allunga i suoi effetti anche a Monastir, dove sono state poste sotto sequestro due cave in cui secondo gli investigatori sarebbero stati interrati rifiuti pericolosi.

L'Amministrazione tiene alta la guardia, e lunedì scorso ha tenuto un Consiglio comunale straordinario a porte chiuse per informare su quanto appreso in merito al sequestro della cava dismessa in località Tistivillu.

"È stato un incontro caratterizzato da condivisione di informazioni e dal manifesto intento comune di una concreta collaborazione per il bene del paese", afferma il sindaco Luisa Murru, che martedì ha partecipato a un tavolo con gli altri Comuni coinvolti nella vicenda Fluorsid, la Regione e gli Enti preposti ai controlli ambientali, e parteciperà ai prossimi incontri.

Cava Bollani, in località Tistivillu, e Cava Bollani–Sorrentino: questi i siti finiti sotto la lente degli investigatori. "Il secondo, la cava Bollani–Sorrentino, è inserito nell'area parco di Monte Zara, in località Bidd'e Nuxis–Is Serras: un sito per il quale il Comune di Monastir ha ottenuto finanziamenti di diversi milioni di euro per il risanamento e la valorizzazione", spiega Modesto Fenu, capogruppo dell’opposizione, che garantisce "l’appoggio all'Amministrazione in questa delicata fase".

L’opposizione chiede però di più: "Monitoraggio, analisi e verifica ambientale delle cave sotto sequestro, richiesta di partecipazione al tavolo permanente con la Regione Sardegna e i Comuni interessati dall'inchiesta, avvio di bonifica di altri siti sensibili e avvio degli interventi finanziati dal Pia".

Maggioranza e minoranza concordano sulla "costituzione di parte civile, in caso di reati accertati".

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