La lunga notte dei manifestanti per la Pratobello 24 è iniziata verso le 22.30, con il montaggio delle tende. Quindi un po’ di cibo - e acqua, vino e birra - per far passare le ore più in fretta, tra una lettura e l’altra sulle radici della costante resistenziale sarda. Magari, chissà, qualche visita di politici regionali. Di sicuro, le guardie giurate del Palazzo hanno annunciato ai manifestanti – assolutamente pacifici - la concessione per l’utilizzo dei bagni del Consiglio regionale, uno alla volta, all’occorrenza.

L’avvocato Michele Zuddas, il legale vicino alle vicende della proposta di legge di iniziativa popolare fin dall’inizio, ha confermato la sua scelta di fare lo sciopero della fame: «Il mancato riconoscimento del valore politico della Pratobello 24 da parte della presidente della Regione e l’assoluto disprezzo dei principi democratici che dovrebbero reggere qualsiasi legge di iniziativa popolare», ha tuonato Zuddas. «È inaccettabile che una questione così cruciale venga posta in secondo piano, mentre si privilegiano le imposizioni centraliste romane e il contestabile decreto Pichetto Fratin. La nostra voce merita di essere ascoltata. Le 211mila firme non sono solo numeri, ma testimonianze di una comunità che chiede giustizia, rispetto e la possibilità di determinare il proprio destino. Non possiamo e non dobbiamo permettere che le nostre speranze vengano soffocate sotto il peso di scelte politiche calate dall’alto. Con questo sciopero della fame non cerco solo di attirare l’attenzione sulla Pratobello 24: desidero anche rinnovare il nostro impegno collettivo per difendere i valori democratici, per affermare il potere della partecipazione popolare e per reclamare un futuro di libertà e autodeterminazione per la Sardegna. A distanza di un mese dalla consegna delle firme, la legge Pratobello 24 pare sia già dispersa nel Palazzo. Occorre alzare la voce e di sostenere questa causa che è di tutti i sardi».

Tra i manifestanti non poteva mancare Maria Grazia Demontis, dei coordinamenti galluresi, tra le principali fautrici del movimento: «Il motivo profondo che ci ha portato qui a una veglia simbolica sotto il Palazzo è per dare un forte segnale di resistenza e di rispetto ai sostenitori della Pratobello che non possono manifestare il loro dissenso con noi magari per ragioni di lavoro», ha spiegato Demontis. «Non ci arrenderemo davanti alle meline della politica».

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