Circa un quintale di carne di cinghiale e cervo sequestrato, sette persone alle quali la Procura potrebbe contestare la caccia di frodo, il peculato, il furto e la ricettazione: è l'esito dell'operazione cominciata questa mattina a Capoterra, e tutt'ora in corso, da parte del Nucleo investigativo regionale della Forestale con le stazioni dell'ispettorato di Cagliari per un'ampia compravendita di selvaggina cacciata abusivamente e rivenduta, con un apposito prezzario, a clienti del paese e del circondario.

I ranger, coordinati dal commissario Ugo Calledda, hanno eseguito numerose perquisizioni a carico di operai dell'agenzia Forestas e sequestrato lacci e tagliole, fil di ferro, carne, trofei di caccia (teste di cervo con le corna).

L'azione di bracconaggio, secondo la ricostruzione della Procura, avveniva all'interno del parco regionale di Gambarussa, ai margini di Monte Arcosu, nei territori di Capoterra e Assemini. Un'attività in corso da tempo durante la quale gli indagati, dei quali ancora non sono stati resi noti i nomi per via delle attività non ancora terminate, avrebbero anche rubato legna (ginepro compreso).

I dipendenti avrebbero avuto il compito di tutelare il patrimonio faunistico del parco e invece, in base alle attuali accuse, andavano a cacciare durante l'orario di lavoro.

Tra loro ci sarebbe anche un capo perimetro. La vicenda è seguita dal pm Alessandro Pili.
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