Nuove perizie sui vestiti e la ricostruzione della dinamica dell’incidente. La Procura si muove su questa direttrice per fare piena luce sulla morte di Claudio Manca, il 49enne di Terralba trovato senza vita in un canale nella Provinciale 92, il 26 settembre scorso.

Per il pm Marco De Crescenzo, Battista Manis, imprenditore di Terralba, avrebbe deliberatamente investito Manca, in sella alla sua bici, poi lo avrebbe picchiato ritenendolo responsabile dell’attentato incendiario nella sua casa. Manis, in cella accusato di omicidio volontario, con i legali Antonio Pinna Spada, Ivano Chiesa e Cristina Mossone, si è detto innocente ma al momento resta l’unico indagato.

Da indiscrezioni è emerso che il 25 settembre non sarebbe stato lui alla guida della Golf, di proprietà della compagna, ma sarebbe riuscito a deviare lo sterzo travolgendo il rivale. Ci sono vari aspetti da chiarire e si cercano riscontri oggettivi, così i carabinieri oltre agli abiti di Manis hanno sequestrato anche pantaloni, felpa e maglietta della compagna (che non è indagata). Gli inquirenti ritengono che quegli abiti possano essere stati indossati da Manis, forse anche quando è stato ripreso dalle telecamere di un autolavaggio con una sorta di pigiamone (simile a un unicorno o un coniglio).

Già esaminati anche i vestiti di Manca per cercare eventuali tracce biologiche. Il 5 novembre intanto sarà nominato un perito per ricostruire la dinamica dell’incidente. Già dal sopralluogo del medico legale Roberto Demontis, dei consulenti Domenico Nuvoli e Roberto Tuveri (indicati da Fabio Costa, che assiste i familiari della vittima) e Danilo Fois (per la difesa) è emerso che i segni sull’auto sono compatibili con quegli sulla moutanin bike della vittima.

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