«Concorsi regolari e nessun favoritismo in cambio di un tornaconto elettorale». La difesa dell’ex sindaco di Macomer Antonio Succu ha cercato di smontare il castello dell’accusa sostenendo che «non ci sono prove del sistema clientelare». Un’udienza chiave quella di oggi nel processo “Ippocrate” sulle presunte assunzioni e concorsi irregolari alla Asl 5 dal 2014 al 2019 che, secondo la Procura, avrebbe avuto proprio l'ex primario di Ginecologia del San Martino, come regista.

Prescritti vari capi di imputazione, è rimasta in piedi l’indebita induzione e l’avvocato Guido Manca Bitti, è partito dal concorso per ostetriche che «era necessario, non si poteva attingere da altre graduatorie». Sulle prove scritte è stato ribadito che non ci sarebbero state irregolarità «i primi posti sono andati a chi meritava» mentre l’orale si era svolto a porte chiuse per evitare che gli altri candidati venissero avvantaggiati. Richiesta di assoluzione anche per il reato di frode nelle pubbliche forniture per presunti favoritismi tramite l’agenzia interinale.

Sotto la lente del pm Marco De Crescenzo anche il concorso per Oss. «Succu entrerebbe in ballo come “concorrente morale” sulla base del fatto che senza il suo benestare alla Asl non si faceva nulla. Ma non c’è alcuna prova». La difesa ha parlato di «incongruenze nelle indagini, testimonianze contraddittorie e interpretazioni arbitrarie». Infine l’avvocato Roberto Olla si è soffermato sul concorso per infermieri: secondo il pm, Succu avrebbe ispirato Salvatore Manai (ex capo degli infermieri del blocco operatorio) e Giovanni Piras (ex responsabile delle professioni sanitarie) per favorire Andrea Dore, all’epoca amministratore comunale di Flussio, in cambio di una sua candidatura nel Partito dei Sardi.

Il legale ha ricordato che Dore si classificò 62esimo e che era uno degli iscritti della prima ora al Pds per propria scelta. Ancora l’accusa sostiene che Dore era stato nominato coordinatore provinciale del partito per sostituire Manai che avrebbe dovuto far parte della commissione di concorso. Ma la difesa ha ricordato che all’epoca il partito non aveva un proprio segretario. Ancora è stato evidenziato che Succu vinse due volte le elezioni a Macomer ma sempre con una lista civica. «Non c’era alcun sistema clientelare ma un gruppo di medici che in quegli anni riuscì a portare la sanità oristanese a livelli d’eccellenza».

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