Fronte comune sulla sanità a Ghilarza. Troppo grave la situazione che sta vivendo il territorio. Tanti i problemi, ma al momento la priorità è dare risposte alle migliaia di cittadini che da gennaio si ritroveranno senza assistenza di base, con il pensionamento di alcuni medici. Resteranno privi di medico circa 6.500 pazienti e la situazione, già grave, è destinata a diventarlo ulteriormente a marzo con ulteriori pensionamenti. «L’80% del territorio rischia di rimanere senza medico», ha evidenziato Renato Giovannetti, primo firmatario per portare in aula l’esame della situazione sanitaria. L’Assemblea civica, all’unanimità, ha quindi deciso di riconvocare il Consiglio in seduta urgente per la settimana prossima, chiedendo che alla riunione sia presente il commissario straordinario della Asl con il suo staff. Qualcuno ha anche avanzato l’ipotesi di estendere l’invito ai consiglieri regionali eletti in Provincia.

L’obiettivo è quello di proporre delle soluzioni concrete per fronteggiare la situazione altamente critica. Alcuni input sono arrivati da Giovannetti: riguardano il quadro normativo, dove la Regione, in virtù dello statuto speciale, potrebbe legiferare. In particolare, si chiede che la norma che ad oggi consente ai medici in pensione di prestare servizio all’Ascot sia estesa anche ad altri medici specializzati in determinati settori di prestare, su base volontaria, il proprio servizio, cosa ora impossibile una volta conseguita la specializzazione. Altra soluzione potrebbe essere quella di affiancare ai medici in servizio all’Ascot una figura che sbrighi la parte burocratica. E poi c’è la questione che pochissimi studenti di medicina sono sardi. «Dovrebbero essere riservati dei posti agli aspiranti medici che risiedono nell’Isola, visto che chi frequenta dalla Penisola poi va via», ha detto Giovannetti.

Giuseppe Fadda ha proposto l’istituzione di un ambito territoriale: «In questo modo il medico che accetta l’incarico è a conoscenza da subito dei paesi dove deve svolgere il proprio lavoro. Attualmente, infatti, a Ghilarza ci sono medici con pazienti di Oristano e dintorni e, a loro volta, nostri cittadini hanno il medico a Scano Montiferro. Occorre classificare le zone disagiate in base a criteri specifici: distanza, viabilità, numero dei pazienti anziani, ad esempio. Serve dare incentivi economici per chi sceglie le zone interne, ausilio di personale infermieristico, garantire un minimo di anni di servizio in zone disagiate e poi la retribuzione per i pazienti presi in carico deve essere rapportata in base all’età; occorre anche diminuire la burocrazia sulle prescrizioni». D’accordo la minoranza: «Chiediamo che venga coinvolto anche il Comitato (presente in aula) che segue sempre da vicino queste situazioni e che ha ottenuto anche risultati negli anni. Poi si può proporre un ordine del giorno da girare all’Anci, in modo che venga condiviso. Se fosse necessario si può arrivare anche a una proposta di legge di iniziativa popolare, ha detto la capogruppo Eugenia Usai. La settimana prossima quindi di nuovo in aula.

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