Non si sentirà più diverso, potrà finalmente vivere la scuola come tutti i suoi compagni di classe. Per un bimbo di nove anni, sordo dalla nascita, che frequenta una scuola cittadina, arriverà presto un supporto per poter partecipare e comprendere le lezioni. Così ha deciso ieri il giudice che ha condannato il comune di Oristano «a conformarsi al Piano educativo garantendo al bambino ventinove ore settimanali di assistenza alla comunicazione in lingua dei segni». Come del resto avevano richiesto i genitori all'amministrazione comunale, alla luce del fatto che nel Pei si legge che per assicurare un diritto all'istruzione del bambino con una sordità grave erano necessarie 30 ore. Una triste storia che però si conclude con un lieto fine.

I genitori due mesi fa avevano deciso di affidare la vicenda al legale Francesca Macis, visto che dal Comune veniva sempre ribadito che i fondi non erano sufficienti per attivare il servizio. Il 10 ottobre l'avvocato ha inviato la prima diffida chiedendo l'attivazione immediata del servizio. La seconda, visto che nel frattempo c'è stato solo silenzio, risale alla fine di ottobre. E poiché il problema non è stato risolto dopo che l'assessora ai Servizi sociali Carmen Murru lo scorso 31 ottobre aveva dichiarato che «la richiesta della famiglia era sotto esame da parte del servizio sociale». il legale aveva presentato un ricorso al tribunale di Oristano. Ieri è stata emessa sentenza.

Il legale Macis: «All'udienza il Comune ha detto di avere fondi in avanzo ancora da utilizzare, dunque la questione relativa all'assenza di fondi in bilancio era totalmente privata di fondamento. Dobbiamo augurarci che il Comune si uniformi alla decisione del giudice spontaneamente». 

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